Ciascuno di noi nella ricerca dell’amore si ispira o si è ispirato ad un sogno: trovare l’anima gemella. Esiste un’antica e suggestiva novella: la leggenda del filo rosso, secondo la quale il cammino verso l’altra metà della mela è segnato dal destino. E quindi, ciascuno, in questo mondo, avrebbe un percorso d’amore da compiere seguendo le tracce di un legame invisibile ma indivisibile, delicato ma incontrastabile, misterioso ma concreto.
L’anima gemella è colui o colei che ci completa, che ci ama per ciò che siamo e col nostro carico di difetti, che ci accarezza nel profondo riuscendo a placare le tempeste del cuore, che soffia sulle paure e ci rende coraggiosi. Ma cosa ci conduce alla sua conquista?
La leggenda del filo rosso vuole che l’anima gemella sia già nostra per destino di nascita, secondo questa novella ogni uomo è legato alla sua donna da un filo rosso che sin dalla nascita ciascuno di noi porta annodato al mignolo della mano sinistra.
Il filo, rosso,come il sangue e la passione, ci lega indissolubilmente all’anima gemella; si muove nel mondo superando tempo e spazio, resta saldamente legato al mignolo sinistro e rappresenta un richiamo del cuore e una vocazione dell’anima che sa già di avere la sua strada verso la felicità.
La leggenda del filo rosso è, dunque, la storia del destino; è la traccia di una via della felicità che conosce già l’anima gemella; ed è la rappresentazione della speranza, come una promessa concessa dalla vita e dal destino per cui prima o poi l’amore sognato diverrà realtà.
Dove ha origine questa romantica e ricca leggenda del filo rosso?
La leggenda del filo rosso è un’antica novella cinese tramandata di generazione in generazione e risalente alla cultura della Dinastia Tang. Rappresenta la narrazione di una storia d’amore carica di significati allegorici, una favola che dimostra come il destino e la vita spesso ci conducano per vie che nemmeno immaginavamo di intraprendere, tal volta stupendoci anche felicemente.
La leggenda del filo rosso, un’antica novella cinese capace di ispirare nell’uomo comune sentimenti di rispetto verso l’amore. Da leggere e da far conoscere:
C’era una volta un uomo di nome Wei, rimasto orfano sin da giovane, da tempo stava cercando la sua anima gemella, la donna della sua vita con cui realizzare il sogno di una famiglia.
Arrivò nella città di Song, quando ancora non aveva trovato la sua sposa, malgrado il grande sforzo che profondeva nella ricerca.
Sui gradini di un tempio c’era un vecchio che leggeva un libro scritto in una lingua incomprensibile. Wei lo incontrò “per caso”, non sapeva chi fosse e da dove venisse.
Il vecchio veniva dall’aldilà ed era lì, su quei gradini, per avere cura delle faccende umane, in particolare delle faccende amorose ovvero delle unioni e dei matrimoni.
Il vecchio fermò Wei e gli rivelò tutto del suo destino d’ amore. Facendolo, però, ruppe la speranza del giovane di trovare presto una moglie, le parole del vecchietto infransero, cioè, il sogno di Wei che vide allontanarsi l’dea di un matrimonio e di una famiglia.
Il vecchio rivelò al giovane che la sua anima gemella aveva solo tre anni e che per incontrarla nell’amore lui avrebbe dovuto aspettare altri quattordici anni.
Wei non seppe attendere e volle vedere quella che il vecchio gli aveva indicato come la sua futura sposa. La trovò tra la folla di un mercato e rimase deluso: la piccola era povera! Il giovane aveva sognato un matrimonio felice ed anche agiato, perciò la condizione di povertà della bambina rendeva l’attesa ancora più insostenibile.
Wei si persuase che l’unica soluzione per evitare un matrimonio apparentemente tanto sfavorevole era uccide la sua futura moglie per fare spazio nel suo destino ad un’altra donna. Animato da questo intento, mandò un suo servo ad accoltellare la bambina.
La piccola fu colpita sulla fronte dalla lama di un assassino misterioso; il servo credette di averla uccisa e comunicò il successo della sua turpe missione a Wei.
Trascorsero, però, quattordici anni senza che Wei prendesse moglie. Un giorno, nella città di Shangzhou, il governatore offrì a Wei di sposare sua figlia.
La giovane donna era benestante e bellissima ma aveva un difetto: teneva sempre la fronte coperta. La causa sconvolse Wei: all’età di 3 anni la donna fu colpita in pieno viso, vittima di un’ignota mano assassina che tentò di ucciderla per un motivo a tutti ancora oscuro.
La vera causa della cicatrice, dunque, era Wei e il suo desiderio di sfuggire al proprio destino d’amore spezzando la leggenda del filo rosso.
Wei, divorato dai sensi di colpa, rivelò la verità alla sua sposa, entrambi compresero che nessuno può alterare la via dell’amore, nessuno può spezzare il filo rosso che tiene unite due anime segnando la via del loro incontro.