È la coppia più invidiata, seguita ed amata dello spettacolo.
Bellissimi e molto innamorati, entrambi sfruttano la loro celebrità, concedetemi il termine, per aiutare chi è meno sfortunato, in particolar modo i bambini orfani o vittime di guerra, facendosi portavoce dei molti mali che affliggono il mondo e, nel contempo, offrendo un aiuto concreto, sia monetario che fisico, per combatterli.
Sto chiaramente parlando di Angelina Jolie e Brad Pitt che, a quanto sembra, presto diventeranno genitori per la settimana volta adottando un bambino siriano.
La notizia, o sarebbe meglio chiamarlo sospetto, correva sul web da diversi mesi, a confermarlo, anche se in modo ufficioso e non ufficiale, è il portale americano “Radar Online”, sito d’oltreoceano che si occupa di intrattenimento e gossip.
“E’ ufficiale! Brad e Angie preparano i documenti per l’adozione di un orfano siriano – Tutti i dettagli della transizione”.
Questo il titolo dell’editoriale del Radar Online di due giorni fa, una notizia che, seppur importante, potrebbe non destare eccessivo clamore, cosa che meriterebbe, dati i precedenti della famiglia Pitt-Jolie.
I Brangelina, così soprannominata la coppia Angelina Jolie e Brad Pitt – usanza del nostro tempo infatti è unire parte dei nomi, o cognomi, dei personaggi celebri per meglio identificare la loro unione – non sono nuovi all’adozione, tre dei loro sei attuali figli infatti sono adottati.
Ad intraprendere tale strada è stata inizialmente l’attrice che, al di fuori dei set cinematografici, dedica parte della sua vita ad aiutare in modo concreto i meno fortunati, donne e bambini che vivono gli orrori della guerra, della violenza e della solitudine.
Divenuta ambasciatrice dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR – una delle organizzazioni più celebri ed importanti al mondo, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, impegnata nel salvataggio di vite umane e nella protezione dei diritti dei rifugiati e degli sfollati), Angelina Jolie ha girato il mondo per incontrare i meno agiati, conoscere le loro storie e battersi per loro.
Un impegno costante che, grazie anche al sostegno di suo marito, l’ha portata a diventare madre di Maddox, bambino cambogiano nato il 5 agosto del 2001 e adottato dalla Jolie il 10 marzo 2002, madre di Zahara, bambina etiope nata l’8 gennaio 2005 e adottata dall’attrice il 6 luglio dello stesso anno, madre di Pax, bambino vietnamita nato il 29 novembre del 2003 e adottato dalla coppia Brangelina il 15 marzo del 2007.
A questi si aggiungono i 3 figli naturali di Angelina Jolie e Brad Pitt: Shiloh, nata il 27 maggio del 2006, e i gemelli Knox e Vivienne nati il 12 luglio del 2008.
Angelina Jolie e Brad Pitt adottano un bambino siriano.
Oggi Angelina Jolie e Brad Pitt sembrano essere pronti ad accogliere il loro settimo figlio, un bambino siriano che Angelina avrebbe conosciuto la scorsa estate durante uno dei suoi viaggi in Siria in veste di ambasciatrice dell’UNHCR.
Secondo quanto riportato sul sito Radar Online, che parla di una fonte vicino alla coppia Angelina Jolie e Brad Pitt senza però rivelarne l’identità, l’attrice avrebbe incontrato tre fratelli siriani rimasti orfani e di essere stata molto colpita dalla loro storia.
I bambini infatti hanno perso la madre durante un bombardamento mentre il padre è stato portato via dai militari davanti ai loro occhi.
La fonte del sopra citato sito avrebbe inoltre affermato che l’iniziale intenzione della Jolie era adottare tutti e tre i bambini ma, una volta tornata in America e discusso con il marito, quest’ultimo avrebbe detto di no perché preoccupato del forte impatto psicologico ed emotivo che tre bambini avrebbero potuto avere sugli altri 6 figli.
Angelina Jolie e Brad Pitt si sarebbero quindi accordati per adottarne uno solo, un processo che si è dimostrato lungo e difficile e che, secondo la fonte del radar Online, richiederà altri 4 o 5 mesi prima che il bambino siriano possa essere portato negli Stati Uniti.
La coppia di attori, ma soprattutto la Jolie, hanno dimostrato ancora una volta che la solidarietà e il volontariato non è fatto solo di belle parole e importanti promesse, la solidarietà è soprattutto concretezza e azioni reali.