Normalmente solo al pronunciare la parola “meningite” si diffonde un senso di panico molto importante e, in alcuni casi, anche a ragione. Vediamo però anche di fare chiarezza sui vari tipi di meningite, le precauzioni tra cui i vaccini, ultimo il vaccino meningococco B che è stato approntato, e le conseguenze, anche grazie alla testimonianza di una mamma.
Vaccino meningococco: il pericolo meningite.
E’ bene sapere che secondo i dati del Ministero della Salute la meningite è di solito una malattia di origine infettiva che può avere tre diverse origini: virale, batterica o fungina. L’ultima eventualità riguarda un numero bassissimo di casi e si sviluppa in soggetti con gravi carenze del sistema immunitario, può avere conseguenze molto gravi.
La meningite di origine virale ha, nella maggior parte dei casi, un esito assolutamente benigno, è la più comune e si risolve dopo 7-10 giorni, si parla spesso in questi frangenti di herpesvirus ed enterovirus.
La meningite batterica è invece la forma più grave, benché più rara e si distinguono tre ceppi maggiormente diffusi: quello del Meningococco, Pneumococco e Haemophilus influenzae di tipo b (Hib). Quest’ultimo, proprio grazie alla vaccinazione proposta, conta ora una riduzione di casi massiccia, mentre, fino alla fine degli anni novanta era la causa più comune di meningite nei bambini fino a 5 anni.
Va da sé che si è valutato lo studio di strategie atte a ridurre i casi derivanti anche da infezione di meningococco e pneumococco.
Vaccino antipneumococco e vaccino meningococco B e C
In Italia sono attualmente disponibili tre tipi di vaccini anti-pneumococco offerti dalle regioni con modalità diverse e la frequenza di malattia nei più piccoli si è quasi dimezzata. Questo vaccino, pur non essendo obbligatorio, è inserito nel calendario vaccinale e viene proposto in associazione al vaccino esavalente (poliomielite, difterite, tetano, pertosse, epatite b e meningite da Haemophilus influenzae), a partire dal terzo mese di vita. E’ costituito da tre dosi da fare nel primo anno, senza richiami successivi.
Per quanto riguarda il vaccino meningococco B e C: secondo i dati diffusi dal sistema di sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità (ISS), la meningite da meningococco non è una malattia molto diffusa ma ha una malattia importante, dalla rapida evoluzione e con una mortalità del 10-15% e spesso dà luogo a complicanze anche molto serie a carico del sistema cognitivo e nervoso. Anche la meningite da meningococco è a sua volta causata da diversi ceppi ma solo 5 sono invasivi: A, B, C, W135 e Y, in Italia e in Europa si trovano prevalentemente i sierotipi B e C.
Da diversi anni il vaccino meningococco C è disponibile ed è una vaccinazione consigliata e gratuita, per questo c’è stata una riduzione significativa dei casi relativi. Si prevede la somministrazione ai bimbi tra i 13 e i 15 mesi, in concomitanza con il vaccino MPR (Morbillo, Parotite, Rosolia).
Il vaccino meningococco B ha ottenuto l’autorizzazione solo nel 2013, per questo non è ancora incluso nel piano vaccinale ed è gratuito ancora solo in poche regioni. Molti contestano che il vaccino protegge “solo” contro quasi il 90 per cento dei ceppi di meningococco B ma, del resto, non esiste il vaccino perfetto.
Si può somministrare a partire dai 2 mesi, anche in concomitanza con gli altri vaccini previsti. Ancora è in fase di studio la durata della protezione, dunque potrebbe essere necessaria un’ulteriore dose in età prescolare. Come reazione potrebbe subentrare della febbre ma senza problemi particolari.
Le controindicazioni sono quelle sempre valide per tutti i vaccini in generale, in caso di malattia virale è bene rimandare dopo la guarigione e se il bambino assume farmaci è opportuno parlare con il medico per sapere se vi sono controindicazioni specifiche, ricordate che è sempre possibile parlare con il proprio pediatra e valutare casi particolari o chiedere una consulenza vaccinale alla propria Asl, presso il Centro vaccinale.
La testimonianza di una mamma sul vaccino meningococco B
Proprio pochi giorni fa ciò che è accaduto ad una coppia di genitori li ha fatti persuasi di voler diffondere la storia della loro bimba Jazmyn di tre anni per aumentare la consapevolezza sull’importanza della vaccinazione contro il meningococco B, tanto che ne hanno fatto una pagina social dove raccogliere testimonianze e condividere il “viaggio” di Jazmyn nella sua malattia.
Sarah e Aaron Parkyn sono consapevoli di non essersi resi immediatamente conto di quanto potesse essere grave la malattia e il pericolo di non riconoscere subito i primi sintomi della loro piccola non vaccinata.
Solo grazie all’istinto materno di Sarah e alla sollecita attenzione di un medico, la piccola si è potuta salvare. Anche con una pronta diagnosi ed un efficace trattamento, il meningococco B può lasciare gravi disabilità fisiche e cerebrali, dunque la bambina è stata molto fortunata.
Il decorso della malattia è stato rapido: a fine agosto la bimba ha presentato sintomi parainfluenzali tra cui la febbre alta, i suoi genitori non si sono subito preoccupati anche perché loro stessi e le sorelle maggiori di Jazmyn erano reduci dall’influenza.
Il mattino successivo la mamma nota che la piccola sente dolore alle gambe e inizia a comparire ciò che si poteva facilmente scambiare per un rash cutaneo dovuto al calore stesso della febbre.
Sarah decide però di portarla dal medico che fortunatamente individua una piccola macchiolina, un puntino sul suo petto e nel corso della visita ne compare un altro! Caratteristica essenziale di questi puntini è il fatto che se schiacciati non si schiariscono. La bimba viene subito portata in ospedale per ulteriori esami e tutto ciò le ha davvero salvato la vita. Già nel primo pomeriggio le sue condizioni erano estremamente peggiorate ed era piena di macchie color porpora su tutte le braccia e le gambe.
I genitori si fanno portavoce di una campagna affinché si possa diffondere e ampliare l’offerta vaccinale per meningococco B. L’autunno e la primavera sono le stagioni in cui si diffonde maggiormente la malattia e i genitori devono vagliare molto bene rivolgendosi subito ad un medico, se ci sono eruzioni cutanee sul corpo dei bambini.
Secondo la mamma testimone della vicenda la vaccinazione si configura un ottimo mezzo preventivo da prendere in considerazione. La piccola Jazmyn è ancora in ospedale anche se la malattia è in remissione ma ancora non si conoscono con certezza le conseguenze effettive sul suo corpo.
Fonte: Vaccinarsi, Abc