Lo schema motorio è una sorta di operazione, di mappa che ogni individuo attiva quando deve effettuare un movimento.
La maratona di Bailey, Bambino con paralisi cerebrale
Quando infatti noi muoviamo un dito, anche solo una falange del nostro arto, il cervello mette in moto un impulso nervoso che a sua volta fa partire questa mappa, per far si che i muscoli si contraggano e la falange si muova.
Nella normalità questo avviene in modo automatico, e l’individuo non si accorge del lavoro che il corpo fa per mettere in moto questo schema motorio.
Quando però lo fa Bailey, o qualsiasi altro bambino con paralisi cerebrale infantile come lui, questo comporta una fatica, uno sforzo, un impegno enormi.
Bailey Matthews vive a Workshop, nella contea di Nottingham, e ha 8 anni.
A 18 mesi gli è stata diagnosticata una paralisi cerebrale infantile, e per i suoi genitori è cominciata una strada tutta in salita.
Non voglio neanche parlare di tragedia.
Sicuramente c’è stato un momento tragico nella vita di questi due genitori, quando hanno capito che il loro figlio non avrebbe potuto avere una vita come gli altri bambini, quando hanno saputo che non era un “normodotato”.
Ma poi, immagino, si sono rimboccati le maniche, e hanno dato a questo bimbo tutto il loro amore, gli hanno trasmesso tutta la loro forza, e infatti è successo l’inaspettato.
Bailey, nonostante le sue difficoltà, ha gareggiato con bambini normodotati, in una ‘normo-gara’ qualche giorno fa.
Il Bambino con paralisi cerebrale che nuota, pedala e corre
Il papà di Bailey infatti, un omone tutto muscoli e tatuaggi, ha iscritto il figlio al Castle Howard Triathlon che si è svolta nella contea del North Yorkshire.
Il triathlon è una disciplina che unisce tre performances: 100 m a nuoto, 4 km in bicicletta e 1.3 km di corsa.
Pensate che un bambino con paralisi cerebrale non possa affrontare uno sforzo così intenso?
Certo che può, se vuole.
Perché il cervello di Bailey è stato colpito da una paralisi, che gli impedisce movimenti ordinati, volontari, fluidi.
Ma non ha impedito alla sua volontà di ferro di allenarsi per arrivare a tagliare il traguardo.
Eccolo Bailey, con il suo deambulatore correre goffamente verso la meta, e poi lasciarlo per arrivarci con le sue forze.
E cadere.
E rialzarsi.
E continuare, fino a quella striscia bianca lì in terra.
Con il papà che lo ha seguito per tutto il percorso, accanto a lui che lo guarda, lo vede lasciare il deambulatore e correre verso il traguardo, e lo guarda, lo incita, e non lo rialza.
Perché lo sa che il suo bambino ce la farà
Non ha vinto Bailey, non avrebbe potuto.
Ma immaginatevi la folla al suo passaggio: una serie infinita di applausi, e di incoraggiamenti e di sguardi allibiti dal coraggio di questo bambino con una paralisi cerebrale, che va dietro agli altri, e nuota, e pedala, e corre.
Bailey, io ti ho visto correre fortissimo, quasi volavi quando hai tagliato il traguardo.
Per me hai vinto tu.