In questi giorni di afa e caldo l’appello alla prudenza, all’idratazione e al non uscire da casa nelle ore più torride è diventato (come ogni anno), il tormentone dell’estate.
Non è però un appello da sottovalutare, soprattutto per gli anziani, per i bambini e, a seguito di una ricerca, per gli automobilisti.
Guidare Disidratati come essere ubriachi.
Una ricerca realizzata dagli esperti della Loughborough University, in collaborazione con lo European Hydration Institute (Ehi) ha infatti dimostrato che guidare disidratati equivale a mettersi al posto di guida in stato di ebbrezza.
Lo studio spiega infatti che a normali condizioni la massa d’acqua corporea di ogni individuo è in genere mantenuta quotidianamente da una serie di fattori come la regolazione dei Sali che normalmente ne limita la perdita.
Ci sono però alcune situazioni che fanno si che il nostro corpo si disidrati, ad esempio la febbre, l’umidità, l’assunzione di diuretici o il non bere.
La mancanza di idratazione causa una riduzione della circolazione sanguigna e aumenta invece l’osmolalità (ovvero la concentrazione di Sali).
Una ipoidratazione può quindi causare sintomi come mal di testa, stanchezza, e rende le persone fiacche e letargiche, abbassando I livelli di allerta e l’abilità di concentrazione.
Oltre a questi una ipoidratazione comporta secchezza delle fauci, sete, e anche un negativo effetto sull’umore.
Prima di questo studio però guidare disidratati non era considerato pericoloso come usare alcol e droghe e poi salire in auto.
In effetti i rischi di queste due azioni sono ben noti, e ovviamente vietati dalle leggi di tutto il mondo.
Gli esperti che hanno preso parte alla ricerca invece hanno provato che le performance dei guidatori che si mettono al volante disidratati possono equivalere a quelle dei guidatori con un tasso alcol emico fuori norma.
Guidare disidratati, si evince dalla ricerca, può comportare errori di giudizio e mancanza di prontezza nelle manovre.
Guidare disidratati. La ricerca
Alla ricerca hanno partecipato 12 uomini tra i 18 e i 26 anni, che hanno guidato per due anni per oltre 2 ore a settimana
Ai partecipanti è stato consegnato un diario per appuntare la loro dieta e le attività giornaliere
Ad essi è stato inoltre indicato di assumere almeno 2.5 litri di acqua al giorno.
I volontari hanno poi simulato una serie di ore di guida, e i ricercatori hanno valutato le loro performances sia in stato di idratazione che quando invece ad essi è stato ristretta l’assunzione di liquidi.
Ebbene, i ricercatori hanno appurato che nel 90% dei casi la possibilità di commettere errori era legata alla mancanza di idratazione negli individui.
Gli errori alla guida sono la maggiore causa di incidenti stradali, con una percentuale del 68% nel Regno Unito.
Durante la guida le persone tendono progressivamente a mostrare segni di stanchezza e di mancanza di attenzione.
Gli stessi segni sono evidenti quando una persona è disidratata.
A seguito della ricerca si è dunque giunti alla conclusione che guidare disidratati può incidere sugli errori che si commettono in auto.
E più si protrae la guida in questo stato, maggiore è la possibilità che si verifichi un evento avverso.
Ovviamente lo studio è stato effettuato su un campione ridotto, e per di più la guida è avvenuta attraverso un simulatore, che consente per la sua natura una guida più noiosa e più suscettibile di monotonia e calo di attenzione.
Questo però non esclude di dare un consiglio ai guidatori, di valutare bene i rischi di guidare disidratati, e di incoraggiare al contrario l’assunzione di liquidi prima di mettersi in auto.
Fonte: Science Direct