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Memoria: con troppi ricordi il cervello rallenta

di Dott. Giuliano Gaglione

28 Aprile 2011

Spesso ci si chiede se esistono degli esercizi specifici utili a migliorare le qualità mnestiche di un individuo; esistono anche test appositi per valutare tali qualità; attraverso la memoria ed il ricordo rimangono fisse nella mente di qualunque individuo situazioni o eventi specifici che possono essere utili in un futuro prossimo.

Tuttavia nel corso del tempo tale funzione cognitiva può iniziare a vacillare e può diventare un segnale d’allarme sia per gli anziani che per le loro famiglie.

Nel momento in cui la memoria inizia a “perdere colpi” essa può essere influenzata da strategie inconsapevoli che l’individuo mette in pratica, come prendere appunti, ricordare attraverso associazioni mentali, avere degli “angeli custodi” che ricordano le informazioni al loro posto e così via.

A tal proposito sono stati condotti degli studi proprio presso l’Università di Concordia di Montreal in cui si è riscontato che accantonare i ricordi superflui e concentrarsi maggiormente su ciò che realmente interessa potrebbe essere un ottimo metodo per evitare le amnesie e ragionare meglio.

Tale esperimento, pubblicato sulla rivista Quarterly Journal of Experimental Psychology ha visto come protagonisti due gruppi di soggetti, uno composto da 23 enni ed un altro di 67 enni ai quali è stato sottoposto una sorta di copione in cui erano presenti varie proposizioni ed è stato chiesto loro di intuire dei significati dettati dalla logica oltre a ricordare l’ultima parola di ogni frase.

Successivamente, ad entrambi i gruppi di partecipanti è stata presentata una fotografia contenente otto animali ed è stato domandato loro di ricordare l’ordine di apparizione.

I risultati di questa ricerca mostrano che il gruppo di anziani non è riuscito a memorizzare le informazioni nuove sia perché l’età potrebbe aver influenzato le loro prestazioni sia perché essi non sono in grado di accantonare le informazioni poco interessanti.

A commentare questa ricerca è il Professor Mervin Blair, autore dello studio, il quale afferma che una maggiore attività e libertà mentale si riscontra a 23 anni, mentre a 67 anni c’è difficoltà a ricordare informazioni nuove poiché il peso dei ricordi non favorisce un semplice ingresso alle nuove notizie.

Per concludere questa ricerca il Professor Blair consiglia di accantonare i pensieri attraverso degli esercizi di rilassamento utili a sgombrare la mente, oltre alla possibilità di imparare un’altra lingua o suonare uno strumento.

Ritengo di assoluta utilità scoprire delle metodiche finalizzate ad un approfondimento delle dinamiche cerebrali in persone non proprio nel pieno della gioventù. E’importante inoltre ricordare che la memoria, anzi l’oblio è uno dei primissimi sintomi di patologie croniche come l’Alzheimer; per tal motivo è utile studiare approfonditamente questa funzione cognitiva anche perché si potrebbero scoprire interventi ancor più sofisticati atti a prevenire e lenire gli effetti di questo disturbo così complesso.

 



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