Molto spesso in virtù anche di consuetudini di vecchia data, non si pensa che si possa ferire una persona con un certo comportamento ritenuto corretto in modo scontato.
Una riflessione ancora maggiore è dovuta quando si tratti di un bambino che si sente discriminato per le maestre che fanno preferenze o il cui atteggiamento può essere così interpretato dai bambini.
Non sindachiamo sulle buone intenzioni che, senz’altro, sono alla base di un gesto apparentemente innocuo da parte di tre maestre di una scuola elementare di Firenze che hanno deciso di fare un piccolo regalino ad alcuni alunni della loro classe in occasione della prima Comunione e che sono invece state viste come maestre che fanno preferenze.
Loro malgrado sono finite nell’occhio del ciclone scatenando, prima, la scontentezza di alcuni bambini che si sono sentiti esclusi e poi, di conseguenza, la reazione dei genitori nei confronti delle maestre che fanno le preferenze o ne danno l’impressione tangibile.
E’ successo in una quarta elementare della scuola Battisti del capoluogo toscano e le maestre prevalenti hanno pensato di fare cosa gradita nel fare un piccolo presentino ai bambini che si sarebbero accostati alla loro prima Comunione. Una consuetudine che si riscontra in molte scuole anche a fronte del fatto che i bimbi a volte portano un loro ricordino alle maestre, un sacchettino di confetti o una piccola bomboniera.
In un mondo però sempre più laicizzato e cosmopolita gli alunni che non frequentano l’ora di religione e che non avevano nulla a che fare con questa ricorrenza si sono sentiti subito tagliati fuori e ci sono rimasti malissimo, come un bambino di 9-10 anni può sentirsi.
Pare che qualcuno si sia messo addirittura a piangere.
Naturalmente non è stato il regalino in sé a suscitare “l’invidia”, un semplice oggettino di legno, quanto il gesto ritenuto il segno di maestre che fanno preferenze.
La vicenda è diventata pubblica e ha preso i connotati di denuncia da parte dell’Aduc, un’associazione dei consumatori, che per voce di Vinenzo Donvito, presidente dell’associazione dichiara in un comunicato ufficiale:
“Una tempesta in un bicchiere d’acqua? No, perché si tratta di bambini. Che, più degli adulti, per raccogliere messaggi educativi hanno poco bisogno di leggere scritti come questo o tomi di presunta saggezza. Per loro hanno alto significato i gesti, le parole e le frasi brevi e semplici, i gesti d’amore e quelli di disprezzo ed emarginazione”
Per altro pare che fosse in corso una rimostranza da parte dei genitori dei bambini che non sarebbero stati coinvolti perché era risaputo della possibile distribuzione del regalino ma, prima che si potesse esprimere un parere preventivo o accordarsi in via ufficiale, le maestre avrebbero agito dando l’immagine di maestre che fanno preferenze.
Il preside della scuola, Gianni Camici non era al corrente di quanto stava avvenendo e ha chiesto una relazione scritta alle docenti per poter trarre le dovute valutazioni su questo presunto caso di “discriminazione”.
Sicuramente con il senno di poi si poteva evitare il trambusto agendo con maggiore discrezione: uno scambio di doni in altra sede che non fosse quella scolastica o nell’ora di religione per non dare l’impressione di essere maestre che fanno preferenze.
Senza dubbio il mondo cambia e pare che si debba adeguare a consuetudini diverse o poste in altri termini, nel rispetto di ogni cultura e ideologia.