Un fenomeno spesso dibattuto consiste nella preoccupazione dei genitori che il proprio piccolo possa soffocarsi ingurgitando latte. Difatti, sono accaduti episodi in cui si è sospettata la presenza di latte nel cavo orale di bambini deceduti con “Sindrome da morte improvvisa del lattante” (SIDS), pertanto si è discusso sul fatto che il motivo della morte di questi neonati fosse dovuta d un “soffocamento da latte”; opportune autopsie hanno escluso questo tipo di soffocamento poiché non hanno rilevato quasi mai presenza di latte nelle vie respiratorie.
A tal punto sento di voler fornire alcune informazioni che possano essere utili per prevenire e magari affrontare situazioni di apprensione legate al soffocamento dovuto all’ingestione di latte.
Innanzitutto ogni individuo dalla nascita possiede un “riflesso faringeo”, il quale è un meccanismo naturale anti-soffocamento: tale riflesso, che consiste in una contrazione muscolare che protegge la gola da qualsiasi corpo estraneo che raggiunge il palato molle o la parte mucosa, provoca un rigetto di tali sostanze attraverso conati, colpi di tosse o vomito.
Nei bambini in età di svezzamento tale meccanismo protettivo è ancora più presente rispetto agli adulti i quanto il riflesso occupa un punto più anteriore del cavo orale.
Inoltre alcuni genitori temono che gli effetti del reflusso gastro-esofageo (ovvero un fenomeno che consiste nella risalita di sostanze presenti nello stomaco o nell’esofago senza che si verifichi rigurgito o vomito) possano provocare soffocamento.
Tale fenomeno è dovuto al malfunzionamento del cardias (una valvola che collega stomaco ed esofago) che dovrebbe impedire il reflusso del contenuto presente nello stomaco; quindi i succhi gastrici che inacidiscono il latte partono da quest’ultimo organo e raggiungono all’esofago.
Tale fenomeno provoca l’infiammazione dello stomaco e di conseguenza una sensazione di bruciore che a sua volta provoca nel bambino un senso di irrequietezza e difficoltà nel momento in cui inizia la poppata, dopo la quale si possono verificare anche episodi di singhiozzo.
L’intero disturbo può provocare anche crisi di soffocamento nonché, in frequenza più rara, anche infezioni polmonari e ciò può essere dovuto al fatto che il latte rigurgitato può andare di traverso (ovvero il cibo finisce nella laringe e non nello stomaco) e invadere le vie aeree.
Dunque, è importante a tal proposito ricordare che, da come descritto precedentemente, non vi sono evidenze scientifiche che possano descrivere decessi per soffocamento da latte, a volte alcuni episodi possono essere interpretati in maniera poco esatta da genitori apprensivi che di conseguenza possono “ingigantire” determinate difficoltà predicendo la possibilità che possano verificarsi episodi incresciosi.
Tuttavia è importante rimanere vigili ed attenti al comportamento dei bambini e nel caso in cui questo senso di apprensione possa provocare un disequilibrio nella relazione genitoriale ma anche, in termini più ampi familiare e sociale, è opportuno rivolgersi a Specialisti del settore quali Psicologi e Psicoterapeuti.
Per analizzare tutte le componenti relativamente alla sfera “fisica” del bambino, ad esempio proprio difficoltà dovute al fenomeno del reflusso gastro-esofageo, è opportuno rivolgersi a figure Mediche di riferimento.
Infine, per ciò che concerne la possibilità di risolvere all’interno del contesto familiare determinate difficoltà legate ad esempio proprio al tema del soffocamento, è consigliabile seguire i corsi di disostruzione pediatrica erogati dalla Croce Rossa, che possono essere anche gratuiti e in formato video.
Personalmente allo stato attuale penso che la prevenzione e l’acquisizione di conoscenze specifiche siano degli importanti strumenti che possano permettere di evitare eventi in cui anche la speranza risulta inutile.
Qui di seguito vi proponiamo il video sulla disostruzione pediatrica nei lattanti che Vita da mamma ha realizzato grazie alla collaborazione degli Istruttori della Croce Rossa Italiana (Comitato Locale di Portici), con la partnership della DeAgostini.