Da qualche giorno in rete si è ricominciato a parlare di bonus e incentivi per l’assunzione di donne disoccupate residenti in alcune aree svantaggiate del nostro paese.
Complice il jobs act del Governo Renzi, che ha introdotto da qualche giorno la possibilità di sgravi e incentivi per l’assunzione di nuovi lavoratori,
anche la rete aveva riportato la buona notizia che l’assunzione di donne disoccupate prevedeva una sorta di bonus, di sgravi fiscali per le aziende.
Noi di VitadaMamma ce ne eravamo già occupate lo scorso anno – leggi l’articolo Bonus, Agevolazioni e Sgravi Fiscali: gli Incentivi all’Assunzione di Donne Disoccupate (Dove e Come Fare Domanda) -, e oggi vogliamo approfondire e eventualmente aggiornare lo stato delle cose.
Il Bonus in questione prevede degli sgravi fiscali per aziende e datori di lavoro che assumono lavoratrici residenti in alcune aree svantaggiate d’Italia.
Queste “aree svantaggiate” erano state stabilite nel Decreto Ministeriale 27.03.2008, inutile dire che viene già il mal di testa a leggerlo.
Le lavoratrici eventualmente assunte in queste aree avrebbero goduto di una riduzione del 50% dei contributi Inps a carico del datore per un massimo di 12 mesi in caso di contratti a termine, o per 18 per assunzioni a tempo indeterminato.
Le aventi diritto erano donne di qualsiasi età, prive di un’occupazione regolarmente retribuita da almeno 6 mesi che siano residenti nei comuni del suddetto decreto.
Nel 2015, moltissime testate, inclusa quella da cui abbiamo attinto, ha confermato che questo bonus è stato riconfermato per tutto l’anno, peraltro già nel luglio del 2014 era stato in un primo momento sospeso e poi ripristinato (leggi qui la circolare).
Sarà vero? Il bonus è in vigore per il 2015?
A cercare sul sito dell’Inps come già era successo la scorsa volta, vengono le vertigini.
Niente che possa accennare ad un aiuto per capirci qualcosa.
Fatto sta, che in rete la conferma sembra essere data per certa.
Noi di VitadaMamma diamo per attendibili tutte le fonti consultate e riconvalidiamo le nostre ricerche precedenti, riservandoci inoltre eventuali ulteriori aggiornamenti nei prossimi mesi, se la faccenda dovesse avere altri nuovi risvolti.
Nel frattempo, vogliamo dare un ultimo consiglio per tutte le donne che pensano di rientrare nelle categorie sopra descritte invitandole a contattare la propria sede Inps di competenza e vedere se riescono a fare chiarezza con gli impiegati dell’Istituto.
Fonte: Guida Fisco