Dopo l’acquisizione della Marvel da parte della Disney avvenuta nel 2009, Big Hero 6 è stata la prima ‘fatica’ cinematografica prodotta dalla Walt Disney Animation Studios basata sul franchise Marvel.
Film d’animazione di successo ispirato, per l’appunto, al fumetto omonimo della casa editrice statunitense, ha ricevuto l’Oscar come miglior film d’animazione ai premi Oscar 2015.
Protagonista della pellicola è Baymax, un robot infermiere che Tadashi Hamada ha costruito al solo scopo di poter aiutare le persone.
Nonostante la sua grande mole, Baymax ha un aspetto rassicurante, la sua voce è calda e dolce e il suo corpo viene descritto come un enorme marshmallow, gommose caramelle di zucchero dalla forma cilindrica molto consumato in America.
Il suo sistema operativo si basa sulla scansione del soggetto da curare ed è in grado di riconoscere sia i danni fisici che quelli emotivi.
Anche se in chiave moderna, Big Hero 6 rappresenta una classica favola per bambini, un racconto di pura fantasia dove i buoni sconfiggono il cattivo.
Eppure c’è chi tenta di trasformarlo in realtà.
Ebbe si, anche se in fase di sperimentazione, in Giappone esiste un robot infermiere dalle fattezze rassicuranti, studiato per aiutare le persone in difficoltà.
Si tratta di ROBEAR – abbreviazione di Robot Bear, letteralmente tradotto in robot orso – sviluppato grazie alla collaborazione tra il Riken Brain Science Institute, il più grande istituto di ricerca globale del Giappone, e la Sumitomo Riko Company Limited.
A causa dell’aumento della popolazione anziana, nel paese del Sol Levante si è avvertita la necessità di agevolare, o quanto meno alleggerire, il lavoro del personale che opera all’interno di strutture quali le case di cura o ricoveri dove si trovano pazienti dalla lunga degenza.
Il sistema sanitario giapponese ha mostrato preoccupazione per la crescita di problemi lombari subiti dal personale di tali strutture; si calcola infatti che gli stessi effettuino ogni giorno in media 40 ‘sollevamenti’ di pazienti che non possono spostarsi in modo autonomo.
Robear è infatti studiato per spostare i degenti dal letto alla sedia a rotelle, e viceversa, o per fornire assistenza nel caso gli stessi non riuscissero a stare in piedi da soli.
Successore di RIBA , robot lanciato nel 2009, e di RIBA-II, sviluppato nel 2011, ROBEAR si presenta come più leggero (ha un peso complessivo di 140 kg) ed è dotato di 3 sensori, alcuni tattili, che rilevano il peso del paziente (può sollevare fino a un massimo di 80 kg – ndr) e consentono al robot di regolare forza ed intensità dei movimenti.
La base solida, priva di gambe simili a quelle umane, evita le cadute ma nel contempo consente movimenti in spazi ristretti come può esserlo una porta.
Infine, ma non meno importante, il suo volto è stato ‘modellato’ per assumere la forma di un rassicurante, simpatico e coccoloso orsetto, forma da cui deriva il nome.
“Ci auguriamo che questo robot porterà a dei progressi nella cura infermieristica, alleviando l’onere degli assistenti sanitari. Intendiamo continuare con la ricerca verso i robot più pratici in grado di fornire assistenza forte ma delicata alle persone anziane”.
Queste le parole di Toshiharu Mukai, leader del Sensor Systems Robot Research Team, parole che fanno supporre l’arrivo di molti altri Baymax in versione reale.
Voi cosa ne pensate?
Fonte: Riken