Un fulmine a ciel sereno: la vita a volte ti presenta questo improvviso scenario che ti sveglia all’improvviso e ti ghiaccia il sangue nelle vene.
Cosa può mancare ad una coppia felice e che si ama, che ha un piccolino con cui iniziare ad essere una famiglia?
Per Ashley e Jonathan sembrava proprio che non mancasse nulla e la vita potesse solo migliorare.
Solo un piccolo fastidio per Ashley, ad un ginocchio, persistente ma in fondo sopportabile.
Il dottore continua a minimizzare, che probabilmente si tratta solo di artrite o borsite.
Lei stessa ricorda di avergli detto che ogni tanto le faceva male ma poi a volte il dolore scompariva. Dopo un paio di mesi la giovane donna di 24 anni ritorna dal medico che le dice che probabilmente si trattava di un fastidio con cui avrebbe dovuto imparare a convivere.
Un anno dopo Ashley non è convinta che non si possa fare niente per il suo ginocchio e consulta uno specialista, il suo dolore è diventato così forte da costringerla a rivolgersi al pronto soccorso.
“Il dolore era dolore lancinante, le dita dei piedi mi si erano intorpidite, non avevo più sensibilità alla gamba.”
Vengono effettuate delle semplici lastre e il responso è assolutamente inaspettato e orribile:
osteosarcoma, un tumore alle ossa che andava trattato con la massima urgenza.
Ashley si rifiuta di credere a ciò che sente:
“Non è possibile – si ripete – chi pensa che un dolore al ginocchio voglia dire cancro?”
L’angoscia si mescola alla rabbia per quel primo dottore che se avesse fatto una diagnosi più corretta e forse meno superficiale le avrebbe dato più tempo per curarsi, visto il livello di aggressività di un tale tumore.
Dopo essersi sottoposta ad un intervento chirurgico per rimuovere il ginocchio e parte del femore i medici la informano che doveva iniziare subito la chemioterapia ed è stato a quel punto che Ashley ha dovuto prendere la decisione più difficile di tutta la sua vita.
Il rischio era altissimo:
Aveva scoperto poco tempo prima di essere incinta ed era solo alla 10 settimana di gestazione di una bimba, naturalmente non sarebbe sopravvissuta alla terapia.
“Mi dissero di pensare a che cosa sarebbe successo alla mia bimba se fossi morta, come se non lo avessi saputo… Per me non è stata una scelta, è stato fare ciò che era necessario fosse fatto. Lei doveva venire per prima. Non avrei ucciso una bimba sana, mia figlia, perché io ero malata. Lei non ne aveva nessuna colpa. La sua vita era importante quanto la mia se non di più. Il mio compito come madre è sempre quello di proteggere i miei figli.”
Irremovibile sulla sua decisione di posticipare il trattamento chemioterapico a costo della sua stessa vita, suo marito la supporta nella decisione drammatica, insieme a sua madre.
Purtroppo, dopo aver dato alla luce Paisley nel luglio scorso, una tac rivela che il cancro si è diffuso in tutto il corpo fino al cervello.
“Quando me l’hanno detto, ho pensato per la prima volta, solo allora, che stavo veramente per morire ma dopo una settimana di sconforto mi sono detta che non era ancora finita.”
Certo è dura continuare a soffrire e lottare. I medici le hanno dato pochi mesi di vita. Ashley è stata felice di poter passare quest’ultimo Natale con i suoi figli e spera di poter festeggiare i loro compleanni a marzo e luglio, si propone dei piccoli obiettivi a breve scadenza per sentirsi più forte.
I suoi frammenti di vita sono ora completamente concentrati ad offrire un ricordo magico ai suoi figli e a godere di ogni istante prezioso.
Colleziona video, foto, appunti per documentare il suo amore per loro.
Tutto ciò che possa, in qualche modo, compensare la sua futura assenza. Ad aiutarla anche una mamma fotografa professionista che si dedica proprio ad aiutare, con il suo lavoro, i malati terminali.
Le è stato chiesto cosa vorrebbe lasciare ai suoi figli e questa mamma coraggiosa ha risposto:
“Vorrei che sapessero quanto li amo e quanto ho lottato per loro.”
Fonte: Cnn