La maternità non è un momento facile per molte donne che sono più vulnerabili e che hanno alle spalle storie pesanti e tristi.
Sono donne spesso giudicate o emarginate che vivono situazioni di forte disagio sociale e che si trovano a non avere un posto dove stare per vivere la loro gestazione con serenità e poter garantire magari una nuova vita a se stesse e al loro piccolo in arrivo.
Molte fuggono da realtà cariche di violenza domestica o del contesto sociale in cui vivono, altre stanno lottando con la loro dipendenza da alcool o droghe e spesso, la loro gravidanza rappresenta uno spiraglio verso la speranza di cambiare, un punto di svolta per raccogliere le forze.
Ci sono donne che decidono per scelta di aiutare alter donne e Martha Ryan è una di quelle.
La sua organizzazione ha dato vita ad un programma di sostegno per le mamme in attesa che sono senza fissa dimora: Homeless Prenatal Programm (HPP).
Questo programma ha ottenuto dei successi strabilianti. Più del 90% delle gravidanze a rischio sono andate a buon fine e i bambini sono nati sani, con delle mamme felici e sane a loro volta.
Cosa c’è di innovativo e particolare nell’approccio di Martha?
Ha ricreato un tipo di assistenza e di alloggi protetti che ricalcano quelli che aveva già testato nella sua missione in Africa orientale. Nei campi profughi e rifugiati, aveva prestato aiuto alle donne in difficoltà che aspettavano un figlio e lo aveva fatto educando ed addestrando le stesse donne che avevano ricevuto aiuto, creando una rete di solidarietà incredibilmente forte ed efficiente.
La stessa strategia viene usata presso le strutture che fanno capo al suo programma, dove l’80% dello staff è rappresentato da donne che hanno già ricevuto aiuto in prima persona, erano senza casa, incinte ed avevano bisogno di supporto.
Martha rivela che non è stata una cosa pianificata da principio, ma solo un’esigenza nata dal fatto che, una volta tornata negli Stati Uniti, ha conosciuto diverse donne in stato di indigenza e difficoltà e la prima cosa che le è venuta spontanea fare è stata proporre un modello che aveva già funzionato.
“In 25 anni di questo lavoro, non ho mai conosciuto una donna che volesse realmente fare del male al bambino che portava in grembo. Tutte le donne che aspettano un figlio vorrebbero averlo sano. Questo desiderio motiva in modo forte le donne a cercare aiuto e ad avere accesso alle informazioni e alle risorse che a loro mancano in quel momento.
“Mi sento addirittura una privilegiata a poter fare il lavoro che amo e fare del bene alle persone, per questo posso dire di essere molto gratificata da ciò che faccio.”
Martha è cresciuta in una famiglia con 13 fratelli, lei era la terza ed è stata abituata fin da subito a prendersi cura degli altri più piccoli ed indifesi, non giocava con le bambole ma aveva già bambini reali da accudire che sono poi diventati i suoi amici più cari, la sua famiglia.
I suoi genitori le hanno sempre dato il buon esempio, perché, per quanto fossero indaffarati, trovavano sempre il tempo per aiutare anche gli altri meno fortunate come era stato fatto con loro nei momenti più difficili. Martha ha avuto dei modelli che le hanno fatto capire che la felicità sta nella condivisione, ed è per questo che fin da giovanissima si è dedicata al volontariato e curare anche le persone che nessuno voleva curare o persino toccare.
Ha iniziato a lavorare come infermiera a tempo pieno in neonatologia, dividendo però i suoi giorni di riposo con la St. Anthony’s Medical Clinic dove venivano assistite persone che nessun altro voleva.
La lezione che Martha ha imparato dal suo stile di vita e che le è stata trasmessa dalla sua famiglia è che non bisogna mai gettare la spugna, tutti hanno diritto ad una chance anche chi sembra non averne neppure una, c’è sempre la possibilità di migliorare e crescere.
Le donne che hanno ricevuto aiuto dall’associazione sono piene di riconoscenza per i beni materiali ma soprattutto per quelli psicologici e la storia dell’HPP è piena di aneddoti di donne che si sono salvate con i loro figli e riconoscono di essere state trattate come persone, senza essere giudicate e con ogni rispetto, questa è la cosa che più di tutte ha colpito la maggior parte delle fruitrici del programma.
Donne che prima vivevano in strada, dormivano sulle panchine ed erano dedite ad una vita disordinata, Martha ha fatto loro sentire che valevano ancora qualcosa e potevano fare diversamente.
A volte basta ricambiare un abbraccio per vedere il mondo in un modo totalmente differente.
“Per me è importante fare tutto questo, aiutare le persone a sentirsi come meritano e, una volta imboccata la direzione giusta, non c’è nulla che possa fermarle.”
“Ci sono tanti motivi per cui si arriva a condurre una vita sregolata, noi non li vogliamo conoscere, vogliamo solo far vedere avanti e dare una speranza di vita diversa, in un momento così delicate come la gravidanza. Se inizi a credere in te stesso hai cambiato la tua vita.”
Il progetto è ora di diffondere questo modello di aiuto in tanti altre zone, Martha Rhyan spera di vedere diffondersi questo programma e a condividere i suoi 25 anni di esperienza che intanto, in questo arco di tempo può vantare:
– supporto e assistenza a 85 mila famiglie.
– oltre 3500 i bambini nati, dei quali il 90,1% di peso normale e il 98,5% drug-free.
– ben 2187 famiglie hanno trovato una sistemazione permanente.
Del resto, come sostiene Martha, essere accuditi e aiutati non dovrebbe essere un privilegio ma un diritto.
Fonte: Hufingtonpost