Ieri, la pagina facebook di Vitadamamma è stata raggiunta dalla preghiera di una mamma che ogni giorno lotta contro il dolore più grande che un essere umano possa affrontare: la perdita di un figlio.
Doria, questo il nome dell’utente che ci ha contattate, è la mamma di Davide Muratori, un ragazzo divenuto angelo a soli 18 anni il 21 aprile del 2008.
La loro è una storia che nessun genitore, in particolar modo nessuna mamma, vorrebbe mai leggere, un racconto che fa male al cuore e che ti porta a comprendere quanto sia breve la vita e quanto poco sappiamo apprezzarla.
Davide, ‘Dado’ per gli amici, nasce il 26 ottobre del 1989; figlio unico, un giovane cresciuto nell’amore e nel rispetto verso gli altri, principi che, a sua volta, ha saputo trasmettere agli amici nel suo breve percorso di vita.
“Un figlio adorabile, buono, gentile, educato e con tanta voglia di vivere e di vedere tutti sorridere, aveva sempre una parola di conforto per tutti quelli che ne avevano bisogno. Lui per aiutare gli altri si faceva in quattro ed era il collante, il punto di riferimento di tutta la compagnia. Davide… un ragazzo… unico”.
Lo descrive così mamma Doria attraverso le note pubblicate sul suo profilo facebook, un diario che racconta la loro storia, il suo dolore ma soprattutto la splendida amicizia che la legava a suo figlio.
“Io e Davide avevamo un bellissimo rapporto, ero mamma quando dovevo fare la mamma, ero amica, ero la sua confidente e lui il mio… tutte le sere avevamo la nostra ‘mezz’ora’ sul lettone, si parlava di tutto, dalla scuola, alla infanzia passata, dagli argomenti sentiti al telegiornale e anche a volte di cavolate (tranne che di moto e macchine, per questo argomento si parlava con papà) non c’erano tabù e segreti.. a volte si stava anche in silenzio, ma era un silenzio che parlava”.
Poi, il 18 aprile del 2008, alle ore 18:10, il destino ha voluto che la vita di Doria subisse un irreversibile arresto: il suo cellulare squilla, un amico di ‘Dado’ le dice che suo figlio ha avuto un incidente con la moto.
Accorsa sul luogo indicatole, situato non molto distante dalla loro abitazione, la situazione le appare subito grave.
Sotto shock, Doria viene portata via dal marito che, essendo un vigile urbano, era stato chiamato in precedenza per constatare l’incidente, salvo poi apprendere che tra le persone coinvolte c’era suo figlio.
Una volta giunti in ospedale, dopo interminabili ore di attesa, i medici comunicano che avrebbero indotto il ragazzo in coma farmacologico, che la prognosi era riservata e che il quadro clinico era abbastanza preoccupante.
Il calvario di Davide si conclude tre giorni dopo, la mattina del 21 aprile 2008.
Alle ore 9:00 i genitori ricevono una telefonata che li invita a recarsi in ospedale; una volta raggiunto il nosocomio di Bologna, i medici comunicano loro che dalle ore 6:00 Davide è stato dichiarato clinicamente morto.
“In quel momento il nostro cuore si è fermato per un attimo, poi abbiamo preso la decisione di DONARE I SUOI ORGANI. Sia noi che Davide abbiamo sempre creduto nel valore della donazione, perché si possono salvare tante vite ed in qualche modo la morte viene sconfitta”.
Donare gli organi rappresenta un vero e proprio atto d’amore verso gli altri, verso la vita e, come ha scritto questa mamma dal grande coraggio, è il solo modo che abbiamo per sconfiggere la morte.
Grazie alla donazione di Davide – cuore, fegato, reni, cornee, ossa e cute – molte altre persone hanno potuto fare ritorno a casa, riprendendo la loro vita.
È vero, il dolore di questi genitori resta, è una ferita che nulla e nessuno potrà mai rimarginare, è un tormento che mai si placherà…
“Ma noi abbiamo trovato la forza di donare i suoi organi – scrive mamma Doria sul blog dedicato a Davide – Donare per ridare la vita ad altre persone ti da un po’ di quella serenità che ti serve nei momenti più bui… perché tu sai che tuo figlio vive in altre persone… che donare vuol dire vita e non morte”.
Noi di Vitadamamma ci stringiamo attorno a questa mamma, condividendo il suo messaggio: