Chissà quante volte guardando gli occhioni di un bambino vi siete chiesti cosa davvero stesse guardando e quali fossero i pensieri che gli stavano passando nella mente.
I bambini sono innocenti, sono come cristallo che brilla e riflette la luce, regalandoci poi riflessi di mille colori. Loro sanno vedere al di là di ciò che vediamo noi e sanno donare a tutto un’intensità diversa.
Il poeta preromantico inglese Blake sosteneva che i bambini hanno quasi un potere magico che consente loro di avere un potere creativo simile a quello di Dio, non sono influenzati da nulla, non hanno vincoli, né l’esperienza ha ancora intaccato il loro modo di sentire.
Gli occhi dei bambini hanno davvero qualcosa di speciale, sono una lente incredibilmente colorata per vedere il mondo intorno a noi ed interpretarlo come un caleidoscopio senza il quale tutto appare grigio e piatto.
Un semplice esperimento ha potuto dimostrare tutto questo nella realtà
e lascia tutti noi a bocca aperta, non senza un pizzico di amarezza nel renderci conto, forse, come effettivamente riusciamo a capire ciò che vedono i bimbi ma non riusciamo forse a coglierlo in tutto il suo significato e in una parola: a sentirlo.
L’associazione francese Noémi, senza scopo di lucro, ha reso possibile tutto questo proprio grazie ad un test molto semplice ed immediato.
Ha invitato diverse coppie di genitori e figli e li ha invitati a guardare un filmato dove alcune persone facevano degli strani gesti o delle boccacce. Mamme, papà e figli dovevano imitare questi personaggi e fare come loro.
L’approccio è stato divertente e accolto con entusiasmo.
Grandi e piccoli si sono cimentati a chi riuscisse meglio nell’imitazione e l’aspetto ludico è stato soddisfatto in pieno ma il lato educativo doveva ancora arrivare…
Smorfie, linguacce e boccacce dei personaggi vengono imitati uno dopo l’altro: uomini, donne, ragazzi e ragazze con espressioni buffe.
Non è però solo una piccola parete in cartongesso a dividere il genitore dal bambino, ma molto di più. La realtà viene colta in modo completamente diverso.
C’è tutto un diverso modo di sentire e di “giudicare” i fatti.
Quando ad un certo punto compare un’immagine più “vera” dove la smorfia è quella naturale di una bambina disabile che a sua volta gioca con una smorfia, l’adulto si discosta da questa visione, ne rimane colpito, imbarazzato e bloccato, guarda in giro nervosamente e cerca con gli occhi qualcos’altro da vedere, come se non riuscisse a sostenerne lo sguardo.
Il bambino no: per lui è assolutamente normale e continua a giocare…
Il genitore addirittura sbircia dal piccolo divisorio e nel constatare che il proprio figlio imita l’immagine che sta vedendo, ne rimane quasi infastidito o quanto meno impacciato, il sorriso che avevano poco prima sfiorisce letteralmente sul loro viso…
Ancora una volta questo piccolo esperimento ci dimostra come siamo noi, spesso, a rendere diversa una persona, a essere impantanati in un universo di pregiudizi e visioni distorte che per il bambino invece sono aspetti assolutamente normali.
L’associazione Noémi si batte da anni proprio per riempire questo vuoto e ridare dignità ai disabili perché possano essere considerate Persone al pari di tutte le altre.
Riflettiamo su questo filmato e poniamoci una domanda: noi come avremmo reagito?