Ieri sera a Lampedusa sono sbarcati gli ispettori Inmp – Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie e della Povertà -; la missione è stata stimolata con l’obiettivo di monitorare la situazione igienico sanitaria e socio ambientale dell’isola e l’incarico è stato conferito dall’assessore alla Sanità della Regione Sicilia.
«È necessario svuotare Lampedusa immediatamente, trasferendo gli immigrati presenti, o la situazione sanitaria sull’isola, a brevissimo, potrebbe non essere più sotto controllo»…«non ci sono segni di epidemie, ma se non si procede a svuotare l’isola immediatamente, la situazione sanitaria potrebbe a breve non essere più sotto controllo», queste le parole -riportate dagli organi di stampa- del responsabile scientifico della sede siciliana dell’ Inmp.
Al momento si stima che gli immigrati presenti sull’isola siano circa 6.200, troppi! Troppi uomini, donne e bambini … e gli sbarchi continuano!
Inutile sottolineare che di fatto la geografia dell’isola non si presta ad una “accoglienza” tanto estesa, senza considerare che Lampedusa possiede un centro d’accoglienza capace di ospitare non più di 800 persone. Per di più la società che gestisce l’assistenza agli immigranti in arrivo nell’isola può distribuire solo 4.200 pasti al giorno, un numero chiaramente insufficiente, in questo modo ben 2mila persone restano senza cibo.
Fame, precarie condizioni igienico sanitarie e sovra affollamento: questa la fotografia del post sbarco a Lampedusa.
Dunque hanno ragione le mamme di Lampedusa!
Avevano ragione quando, pochi giorni fa, preoccupate per le condizioni igieniche dell’isola e di conseguenza per i propri figli, “minacciavano” di non mandarli a scuola. Avevano ragione quelle donne che hanno tentato di presidiare il molo.
Le loro richieste trovano conferma in uno stato di fatto ora non solo palese ma anche accertato?
Dunque hanno ragione gli abitanti di Lampedusa che hanno occupato pacificamente il comune per chiedere allo Stato ed all’Europa una seria e concreta attenzione sulla loro isola!
Vacanze disdette alle porte di un’estate che si preannuncia “bollente” in una terra che da sempre vive di turismo.
Da Roma la voce del Ministro Fazio: «un momento importante per discutere di questi problemi ci sarà il 13 aprile, quando a Roma si svolgerà un vertice internazionale sull’immigrazione a cui parteciperanno l’Oms, la Commissione europea e i Ministri della Salute dei paesi coinvolti».
Il tredici aprile è tra tre settimane e Lampedusa ha bisogno adesso di aiuto e soprattutto di controllo sanitario.
Intanto il ministro della Salute Ferruccio Fazio oggi incontrerà gli ispettori per fare il punto della situazione.
L’immigrazione è, resta e sarà per sempre un fenomeno sociale che necessariamente si intreccia con altre esigenze della società e con altri diritti irrinunciabili della persona. Oggi a Lampedusa il diritto degli immigrati di sfuggire dalla guerra, dalla disperazione, dalla morte, dal dolore e dalla paura, si confonde con il diritto di tutti alla Tutela della Salute, diritto che, lo Stato italiano deve farsi carico di garantire.
È il caso di ricordare che:
– la Costituzione Italiana , carta fondamentale dei diritti, all’articolo 32 recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”
– l’articolo 14 della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo statuisce che: “Ogni individuo ha diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni”; la stessa dichiarazione precisa, all’articolo 25, che: “Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari, ed ha diritto alla sicurezza …”
È il caso di domandarsi se ad oggi lo Stato, che a Lampedusa è il nostro Stato italiano, Stato europeo, ha di fatto rispettato i precetti di legge appena esposti.