In questi giorni l’Italia tutta è stata attraversata da un’ondata di maltempo per certi aspetti anomale, non fosse altro perché ha coinvolto tutto il territorio, isole comprese (per scrivere in leggerezza anche su temi seri!).
Le immagini in TV e in rete ci hanno mostrato temporali, alluvioni, cicloni e tempeste, fenomeni a volte previsti dai centri meteorologici, altre volte forse no.
Ma che affidabilità hanno le previsioni meteorologiche, e soprattutto, come si gestisce un’ allerta meteo?
Ovviamente la prima domanda non è di facile spiegazione.
Innanzitutto ogni meteorologo che volesse rispondere potrebbe iniziare dicendo che tanto più si allontana la data di previsione quanto più è difficile essere precisi.
Le previsioni meteorologiche per essere stilate hanno bisogno di molti dati, di conoscenza e di esperienza degli operatori.
Nell’antichità la previsione del tempo si basava principalmente sull’osservazione degli eventi e sull’esperienza che si accumulava, questa era chiamata meteorognostica.
Oggi invece con le tecniche ingegneristiche esistono strumenti che calcolano tutta una serie di variabili e che riescono a dare una previsione sicuramente più affidabile.
Le previsioni lavorano con i modelli, ovvero degli insiemi di dati (analogico, empirico, analitico ecc) che consentono di prevedere un certo fenomeno atmosferico in un determinato lasso di tempo con il verificarsi di certe condizioni.
Per fare questo i meteorologi si affidano a una serie di strumenti per la rilevazione dei dati: radiosonde, palloni, satelliti meteorologici, radar.
Questi strumenti raccolgono le informazioni sui fenomeni atmosferici come pressione atmosferica, temperatura, velocità e direzione del vento, pioggia, umidità.
Una volta in possesso di questi dati, si confrontano con i modelli, e si costruisce una rappresentazione dell’analisi, che dà luogo ad una stima di quello che potrebbe essere in un futuro prossimo l’evolversi del tempo.
Ovviamente oramai tutti questi calcoli e queste stime vengono affidati a computer, che utilizzano dati partendo da leggi della fisica, per cui sempre più attendibili.
Nonostante ciò ancora oggi la meteorologia non viene considerata una scienza esatta.
Come potrebbe esserlo d’altronde?
Anche se in possesso di una serie infinita di dati e modelli, la natura complessa del nostro sistema non può essere, purtroppo e per fortuna, risolta ad un calcolo matematico.
Per di più, l’affidabilità della previsione, come già detto, perde efficacia man mano che ci si allontana dal momento dello studio.
Ed è in questa “vacatio”, in questo gap tra previsione e evento atmosferico che è fondamentale il ruolo giocato dalla organizzazione e dalla prontezza delle operazioni che ogni individuo deve svolgere per evitare di trovarsi nel mezzo di una vera emergenza.
Infatti, un ruolo importante delle moderne previsioni meteorologiche sono proprio gli allarmi che i vari servizi nazionali emanano in casi di condizioni meteo critiche e di emergenza.
I più famosi di questi sono quelli messi a punto negli Stati Uniti per gestire i tornado.
In Italia invece allarmi e avvisi su condizioni eventualmente avverse vengono gestiti dal Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare.
Anche nel nostro paese si distinguono gli avvisi per condizioni particolarmente avverse e gli allarmi per eventi estremi.
Nel momento in cui si presuppone che un allarme possa riguardare un rischio per la popolazione, entra in campo la Protezione Civile con i bollettini di vigilanza, e con successive azioni atte a mettere in sicurezza popolazione e territorio.
I bollettini di allerta meteo sono una serie di procedure regolarizzate in ambito nazionale che vengono poi gestite a livello regionale.
In Italia esistono una serie di 41 centri operativi per l’allertamento che gestiscono in tempo reale eventi e effetti meteo o naturali in genere (sismi, nubifragi, epidemie, ecc).
Alcuni di questi centri hanno anche la grande responsabilità della “valutazione finale del rischio”.
Come funziona un’ allerta meteo
Ogni giorno un gruppo tecnico composto dal settore meteo del Centro Funzionale Centrale, dal Servizio Meteo dell’Aeronautica e dal gruppo delle Regioni Piemonte e Emilia Romagna valuta i modelli meteorologici e genera una previsione nazionale su un territorio di 1000 km e una durata di 5 giorni.
Dopo di che il bollettino viene diramato a 127 zone di allerta in tutta Italia, che valuta più nel dettaglio la situazione.
Il servizio di pre-allarme scatta in base a delle valutazioni complesse, e sulla base di queste soglie viene deciso per legge l’allerta, dopo una attenta analisi di rischi e criticità.
In base alla criticità vengono suddivisi 4 livelli di allerta:
- 1: ordinaria criticità. Il rischio potenziale non è particolarmente significativo o (purtroppo) poco prevedibile, e si decide che può essere affrontato con strumenti locali e ordinari.
- 2: Rischio potenziale moderato. Rischio nel quale si contano danni gravi e diffusi e possibili vittime.
- 3: Rischio potenziale elevato. Danni significativi e diffusi, probabili vittime.
- 4: Situazione di emergenza. Danni enormi, numero di vittime alto.
Il Centro Funzionale Centrale dunque stabilisce gli “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile”.
Ovviamente le previsioni meteo di questo genere non possono essere generiche, ma devono tradursi in elementi che consentano decisioni operative, e compatibilmente con l’incertezza della previsione (e lo abbiamo visto in diverse occasioni, non ultime le allerta dei giorni passati), stabilire procedure, tempistica, localizzazione e quantificazione dei fenomeni.
Una volta diramato il bollettino nazionale ogni centro funzionale decentrato effettua le valutazioni proprie e in caso di emergenza emette un comunicato tramite stampa, anche disponibile sul sito della Protezione Civile (in questa sezione)
Successivamente a questo le Regioni e le Province autonome diramano le allerta per le unità locali di Protezione Civile, mentre l’attivazione vera e propria dei piani di emergenza spetta ai sindaci singolarmente, così come l’informazione alla cittadinanza su situazioni di potenziale rischio.
E’ sempre il sindaco, in veste di autorità di Protezione Civile, inoltre che decide le azioni a tutela della popolazione, come la chiusura delle scuole e altro.
Quando infatti egli riceve un allarme con codice rosso (ovvero il più alto sulla scala di pericolosità), deve tenere conto che le condizioni meteo possono essere imprevedibili e repentine, e ha il dovere di agire in tutela dei cittadini.
Fonte: Protezione Civile