Dopo il ritrovamento delle povere spoglie di Elena Ceste, il mistero della mamma di Costigliole d’Asti sarebbe vicino alla soluzione definitiva.
Il settimanale Giallo – Cairo Editore – dedica al caso Ceste la sua copertina e titola il n°45 del 12 novembre del 2014 così: “Elena Ceste – Sappiamo chi è l’assassino, Gli inquirenti alla svolta finale”.
Quale sarebbe la svolta finale del caso di Elena Ceste?
In criminologia forense si è soliti affermare che i “cadaveri parlano”; le spoglie di una vittima, e questa è una verità inequivocabile, sono capaci di conservare informazioni fondamentali sulle modalità della morte, sulle circostanze, sulle cause e sulle dinamiche del decesso.
Di Elena Ceste, date le condizioni del ritrovamento del cadavere (il luogo in cui è stato occultato ed il tempo trascorso), sono rimaste poche spoglie, il corpo è stato rinvenuto in un avanzatissimo stato di decomposizione; malgrado ciò gli esami tossicologici hanno escluso che la donna facesse uso di antidepressivi ed è stata del tutto esclusa pure la morte per avvelenamento.
Insieme al cadavere di Elena potrebbe essere stato rinvenuto un indizio determinante: un telo. Il telo ritrovata accanto alle povere spoglie di Elena è stato adoperato dall’assassino per coprire il corpo nella fase dell’occultamento?
Accanto al corpo giaceva un telo, le prime immagini del telo repertato sul luogo del rinvenimento furono pubblicate proprio dal settimanale “Giallo”, successivamente si sono diffuse anche in rete.
Gli osservatori comuni (come diversi commentatori) pensarono immediatamente ad un sacco o comunque ad una copertura adoperata dall’assassino per avvolgere il cadavere della mamma di Costigliole.
Ricordiamo un dettaglio:
Elena Ceste al momento della scomparsa (stando alla denuncia inoltrata dal marito) non avrebbe indossato alcun vestito. Michele Buoninconti ha sempre sostenuto, infatti, che i vestiti che Elena indossava quella mattina erano stati “piegati” e lasciati sull’erba del giardino accanto al cancello di casa.
In merito va ricordato anche che gli inquirenti hanno chiesto al marito di consegnare loro gli indumenti della moglie ma, dagli esami di laboratorio, gli abiti di Elena (così come sarebbero stati consegnati da Michele agli investigatori) sono risultati puliti e assolutamente privi di tracce di terreno. Tenendo conto di ciò gli investigatori avrebbero escluso la possibilità che quegli abiti siano stati appoggiati sull’erba del giardino di casa Buoninconti.
Il telo rinvenuto in prossimità del cadavere di Elena dà qualche indicazione determinante?
Giallo, nel numero sopra citato, si sofferma molto sull’esame del telo:
pare che l’orto di Michele, il marito di Elena sia coperto da un telone del tutto simile a quello repertato accanto al cadavere della donna;
secondo un’indiscrezione giornalistica il telone che protegge l’orto di Michele sarebbe stato reciso
e, sempre secondo indiscrezioni provenienti dalla carta stampata, i Carabinieri avrebbero effettuato un sopralluogo proprio nell’orto di Buoninconti, scattando diverse fotografie e repertando campioni anche di terreno.
Le domande, a fronte di queste indiscrezioni, potrebbero essere diverse:
– il telo repertato accanto al cadavere di Elena potrebbe avere a che fare con la sua morte?
– Potrebbe quel telo essere stato la “coperta” del corpo della povera vittima?
– E, sopratutto, oggi quel telo può rivelarci dettagli e particolari sulla morte di Elena Ceste?
– Il telo potrebbe contenere informazioni che inequivocabilmente riportano all’assassino e potrebbe essere la prova determinante capace di condurre gli inquirenti ad una soluzione prossima e certa?