Elena Ceste – in che condizioni è stato rinvenuto il suo cadavere e cosa potranno rivelare le sue povere spoglie?
Sono queste le domande che l’opinione pubblica si pone con insistenza. L’interesse di tutti è puntato sul corpo della donna perché scienza e logica insegnano che un cadavere può parlare e può rivelare dettagli fondamentali sulla morte, sulle dinamiche del decesso e sulle condizioni della vittima.
Ma potrà parlare il cadavere di Elena?
- Il corpo di Elena Ceste è stato rinvenuto dopo 9 mesi dalla scomparsa della donna;
- è presumibile che la morte sia avvenuta poco dopo la sua scomparsa e che sin da allora il cadavere sia stato “occultato” (si parla di occultamento presumendo che l’ipotesi dell’omicidio sia la più fondata e probabile);
- è altresì possibile che il cadavere sia stato da subito abbracciato dall’acqua e dal fango.
Il lungo contatto delle spoglie con acqua e fango ha accelerato la decomposizione delle membra;
se il cadavere si fosse mosso nell’acqua, raggiungendo il canale di scolo, dopo il passaggio in un altro alveo, probabilmente anche talune ossa potrebbero essersi disperse, rotte o compromesse.
Ma qual è la verità?
Va detto con chiarezza che tutte le indiscrezioni giornalistiche trapelate sino ad ora sulle condizioni delle povere spoglie di Elena, nonché sulle prime risultanze peritali e sul primo esame del cadavere e della sua posizione, possono essere vagliate solo come mere ipotesi. Le indagini procedono nel più stretto riserbo e non è raro che diverse fonti giornalistiche riportino dettagli non coincidenti.
Cerchiamo di ricostruire con la massima precisione le condizioni del ritrovamento del cadavere di Elena
Dove ed in che posizione è stato trovato il cadavere di Elena Ceste?
Il cadavere di Elena è stato rinvenuto in un canale di scolo in un campo coltivato ad 800 metri in linea d’aria dalla casa dove la donna viveva con la sua famiglia.
E’improbabile che Elena si sia suicidata in quel canale perché l’acqua che vi scorre è mediamente alta solo 10cm ed arriva ad un’altezza di mezzo metro solamente per una sessantina di giorni l’anno, nei 2 mesi più piovosi.
Inoltre il cadavere è stato rinvenuto col volto riverso verso il fondo del canale, cioè col viso schiacciato sul terreno fangoso.
Se si ammettesse che il cadavere sia stato letteralmente sepolto in quel luogo sin da subito, la posizione del ritrovamento indicherebbe il classico “abbandono” del corpo materialmente “gettato” nel fango.
Va detto che non è da escludere completamente la possibilità che il cadavere sia stato abbandonato in un diverso corso d’acqua e che solo successivamente, spinto dalla forza e dal moto dell’acqua, si sia arenato nel canale di scolo.
Di fatto c’è chi sostiene che lo scheletro di Elena abbia perduto delle ossa, alcune sarebbero state rinvenute solo successivamente al ritrovamento del corpo, pulendo ed esplorando il canale. Pare certo che le mani ed i piedi si fossero separati dal resto del corpo.
Va precisato che il canale di scolo in cui giacevano le spoglie di Elena non veniva ripulito da 15 anni, laddove fosse stato eletto a tomba della povera vittima sarebbe opportuno chiedersi se l’assassino poteva essere al corrente del fatto che il canale non venisse abitualmente ripulito.
Dopo 9 mesi tra il fango e l’acqua, cosa resta oggi del corpo di Elena?
C’è chi sostiene che i tessuti siano stati tutti consumati dal tempo e dalla terra fangosa e c’è chi ipotizza che qualche lembo di tessuto sia stato, invece, repertato e risulti ancora sfruttabile per analisi di laboratorio.
Le sole ossa possono dire meno di un corpo “più composto”, tuttavia anche le ossa riescono a parlare se debitamente analizzate.
- Dalle ossa sono identificabili eventuali traumi cranici (ad esempio sul cranio di Elena si potrebbero rinvenire ferite profonde ed eventualmente mortali se la donna fossetta uccisa con un colpo alla testa);
- le ossa possono essere sottoposte ad esame tossicologico.
Le sole ossa, invece, non possono confermare l’ipotesi di strangolamento o asfissia.
In modo particolare, quando una persona muore per strangolamento nel collo si spezza un ossicino molto piccolo che in casi di decomposizione avanzata del cadavere normalmente lascia la sua sede e in circostanze di occultamento simili a questa normalmente può andare smarrito portando via con sé ogni prova della morte per strangolamento.
Pare che il collo di Elena si sia completamente decomposto, ne resterebbe solo l’impianto osseo.
Elena era nuda?
Il marito di Elena ha sempre sostenuto che la moglie sarebbe uscita di casa senza i suoi vestiti, rinvenuti accanto al cancello dell’abitazione; sarebbe uscita senza gli occhiali e senza il cellulare, ritrovati, invece, all’interno della casa.
Il particolare degli occhiali, lasciati in casa, non è un dettaglio poiché Elena aveva difficoltà visive che, nel suo caso, rendevano gli occhiali assolutamente preziosi ed indispensabili.
Accanto alle povere spoglie di Elena è emerso un elemento che rappresenta un mistero: un telo, potrebbe essere stato repertato nel canale di scolo vicino al cadavere.
Il settimanale Giallo, nel numero disponibile in edicola (n°44 del 5 novembre 2014) ha pubblicato una foto in cui “un inquirente” (che non è possibile qualificare, poiché la foto non mette in condizioni di farlo), intervenuto sul luogo del rinvenimento, starebbe raccogliendo e repertando un ampio tessuto.
La domanda che sorge spontanea osservando l’immagine e seguendo il racconto del giornalista, è la seguente: e se Elena fosse stata coperta o chiusa in un sacco? Un eventuale tessuto adoperato per coprire il corpo della donna potrebbe portare tracce dell’assassino?