Roberta Ragusa è scomparsa dalla sua casa di San Giuliano Terme (in provincia di Pisa), nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012, da allora di lei si è persa ogni traccia.
Dov’è Roberta? Che fine ha fatto?
Si ipotizza che sia morta ma le sue povere spoglie non sono mai state rinvenute. Perciò, laddove si imputasse il delitto di Roberta, anche a suo marito, sospettato ed indagato dalla Procura, il Processo andrebbe avanti su basi indiziarie e senza neanche il cadavere della presunta vittima.
Di fatto, la Procura ha chiuso le indagini sul caso Ragusa ricostruendo il più drammatico degli scenari. infatti, stando alle risultanze investigative, tutte esplicate in un corposissimo fascicolo di ben 10mila pagine, il marito di Roberta, Antonio Logli, sarebbe il responsabile della sua scomparsa.
L’accusa contro Logli, che entro novembre otterrà il crisma della richiesta di rinvio a giudizio, è oltremodo grave: omicidio con distruzione di cadavere.
Sono stati pubblicati per la prima volta degli stralci di lettere indirizzati ad Antonio Logli e scritti proprio da sua moglie Roberta nei mesi e negli anni che precedettero la tragica scomparsa.
Si tratta di missive liberate dal cuore, tutte scritte con sofferenza e con la voce dei sentimenti, forse sulla scorta di un amore che Roberta non si rassegnava a perdere.
Le parole che Roberta Ragusa scrisse per suo marito sono importantissime e determinano i confini ed i termini del loro rapporto coniugale e familiare.
Gli stralci integrali sono stati pubblicati dal settimanale Giallo, Cairo editore, disponibile in edicola (n° 42 del 22 ottobre 2014).
<<Tu non ti accorgi che io vivo la vita fuori dalla mia vita e che i miei occhi guardano occhi che non guardano i miei>>, scriveva Roberta.
Ed ancora, scrivendo a suo marito, Roberta confessava così il proprio dolore: <<Sono Stanca, stanca, stanca …
[…] esasperata dal tuo modo di rispondere sempre fingendo di non capire …
[…] Non ne posso più del modo in cui ti comporti con tutti noi …
[…] Tu vivi la tua vita, coltivi i tuoi interessi, fuori da qui, fuori da me.>>
Le lettere, che risalgono già al 2006, disegnano un quadro familiare grigio e triste, completamente velato dalla lontananza, una distanza tra marito e moglie che appare cronica, radicata ed incolmabile.
Leggendo i testi si capisce che Roberta aveva deciso di affidare il suo cuore alle parole scritte non riuscendo più a comunicare verbalmente col marito.
Così Roberta lascia, con queste lettere, un’antica testimonianza e una sofferta “denuncia” di abbandono.
Ancora oggi Antonio Logli sostiene che sua moglie si sia allontanata volontariamente e, nell’immediatezza della scomparsa della donna, il marito voleva far credere a tutti che tra lui e Roberta non vi fosse mai stato alcun problema coniugale, queste lettere, invece, confermano una lunga e difficile storia di silenzi carica di incomprensioni.