Il bambino che vedete nella foto è avvolto da una coltre di mistero.
Probabilmente non tutti lo riconoscono, eppure è diventato un personaggio pubblico molto importante e rispettato da tutti, o quasi.
La sua presenza è spesso sinonimo di pace e tolleranza ed è forse questo che più di tutti inquieta chi, invece, vuole seminare soprattutto oscurantismo e oppressione.
Seguendo il calcolo normale e umano, avrebbe oggi poco meno di ottant’anni ma, secondo una visuale più trascendentale, almeno la sua anima conterebbe già qualche secolo.
Il contesto in cui è stato fotografato sicuramente aiuta il riconoscimento.
Si tratta dell’attuale Dalai Lama, ovvero il maestro buddista per eccellenza o, per meglio dire, etimologicamente parlando: l’oceano (Dalai) di saggezza (Lama).
E’ la massima autorità spirituale del Buddhismo tibetano ed è venerato come manifestazione del Buddha.
Tenzin Gyatso, nato a Taktser, nell’Amdo, il 6 luglio 1935, è stato designato come Dalai Lama ed educato fin da piccolissimo a diventarlo.
Quando un Dalai Lama muore, il Panchen Lama, il Reting Rinpoce e altri insigni monaci qualificati si danno alla ricerca del bambino in cui si è reincarnato. Oracoli, presagi e sogni vengono presi in considerazione, uniti all’orazione buddista. Il piccolo Buddha viene allora consacrato e intronizzato ufficialmente, studia per assolvere il suo ruolo e attende la maggiore età.
E’ proprio in questa fase che è stato colto il piccolo Tenzin di due anni, nel cui sguardo profondo e saggio, pacato e sereno, possiamo già intravedere il Dalai Lama che tutti abbiamo imparato a conoscere e seguire, a prescindere dalla religione di appartenenza.
Dal 1959 la Cina occupa il Tibet negandogli l’autonomia ed è per questo che l’attuale Dalai Lama, il 14°, risiede nel nord dell’India ed è diventato cittadino del mondo, perorando la causa di libertà religiosa e civile che tanto lo preoccupa e che a costretto alla condizione di rifugiati molti monaci tibetani.
Una preoccupazione che è giunta fino a fargli dichiarare che forse il prossimo Dalai Lama non ci sarà e la reincarnazione cesserà, o forse avverrà in un bambino lontano dal Tibet, magari nella civiltà occidentale, più protetta ed inattaccabile dalle autorità cinesi che tendono a soffocare e monopolizzare la successione per motivi politici.
Nel 1989 Tenzin riceve il Premio Nobel per la pace, per la resistenza non violenta contro la Cina, una lotta silenziosa che è una lezione di vita sulla pazienza e la perseveranza da cui noi tutti dovremmo trarre beneficio.
A quanto pare, in secoli di storia, l’umanità non trova ancora un suo equilibrio e soprattutto pare che non abbia ancora imparato la vera legge di stabilità, non quella di cui tanto si parla, economica, ma quella spirituale, che domina tutto e che fa da perno tra l’estinzione e la possibilità di progredire.
Namasté
Fonti: Wikipedia, Vaticaninsider