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Premio Nobel per la Pace alla 17enne Malala

di Gioela Saga

11 Ottobre 2014

Malala premio Nobel per la Pace

Pregno di significato e accompagnato da una grande medianicità il Premio Nobel per la Pace 2014 è stato assegnato alla 17enne pakistana Malala Yousafzai e ad un indiano attivista, Kailash Satyarthi, che si batte da anni per liberare i bambini dalla schiavitù e segue gli insegnamenti della non violenza dettati da Ghandi.

Il comitato di saggi norvegesi ha voluto premiare la lotta, il coraggio e la determinazione di Malala che si è battuta in prima linea per la libertà civile e l’istruzione delle bambine nel suo paese.

Malala ha vissuto sulla sua pelle una repressione durissima quando, a soli 11 anni, ha voluto donare il suo diario in lingua urdu alla Bbc, condannando e testimoniando al mondo la sua vita di bambina sotto il regime talebano.

La punizione non è tardata quando alcuni guerriglieri talebani il 9 ottobre 2012 salirono sul suo scuolabus e le spararono due colpi al collo e alla testa sulla parte frontale sinistra. La giustificazione fu che la si condannava per fare propaganda contro il regime e contro la Sharia. La quindicenne lottò tra la vita e la morte, prima all’ospedale di Peshawar e poi trasportata a Birmingham, dove venne operata e salvata.

Malala ferita dai talebani

I talebani riuscirono nell’intento opposto: paradossalmente, da allora, Malala è diventata un simbolo per la lotta, per la libertà di istruzione, una voce che ha saputo alzarsi e combattere malgrado la sua giovane età. Il suo discorso alle Nazioni Unite, il 12 luglio 2013 è stato storico e già l’anno scorso Malala aveva ricevuto il premio Sakharov per la libertà di pensiero.

La giovane attivista aveva ringraziato tutti e si era presentata avvolta da uno scialle appartenuto a Benazir Bhutto, il primo ministro donna, uccisa in un attentato, che cercò di cambiare il Pakistan, di cui si è detta fiera e onorata. Aveva parlato di pace, di uguaglianza degli uomini e soprattutto dell’importanza della cultura, dei libri. I talebani non avevano fermata Malala con i loro proiettili ma le avevano dato una visibilità che le ha permesso di far conoscere la situazione del suo paese a livello mondiale.

L’appello di Malala a tutti i paese era stato quello di garantire un’istruzione gratuita e obbligatoria in tutto il mondo per ogni bambino e aveva pronunciato la frase, diventata ormai famosa:

“Abbiamo capito l’importanza delle penne e dei libri quando abbiamo visto le armi”, per questo la giovane ha sempre sostenuto che “I libri e le penne sono le armi più potenti, l’istruzione è l’unica soluzione”.

Discorso all'Onu di Malala

Oggi il comitato ha riconosciuto il valore di questa ragazza e di Kailash Satyarthi che sono stati premiati “per la loro battaglia contro la repressione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all’educazione”, così risuona il comunicato ufficiale.

Una volta saputo del premio, Malala ha chiesto ai giornalisti di pazientare perché prima di rilasciare interviste doveva finire la sua giornata di studio nel college inglese dove sta proseguendo la sua istruzione.

La scelta di premiare una pakistana e un indiano non sembra, per altro, casuale, da parte dei saggi norvegesi che, probabilmente, lanciano indirettamente un ponte potenziale tra i due paesi segnati da decenni di guerre e rivalità profonde.

Malala e Kailash sembrano aver colto anche questa sfumatura e, oltre a dar voce alla loro causa, hanno chiesto ai primi ministri dei loro rispettivi paesi di essere presenti durante la premiazione ufficiale che si terrà il prossimo 10 dicembre. Potrebbe essere un importante segno dimostrativo di distensione. Già il giorno della comunicazione del premio, lungo il confine indo-pachistano della regione contesa, le armi hanno taciuto!

Malala ha sentito anche telefonicamente Kailash che le ha offerto di lavorare con lui per la causa comune e la giovane se ne è detta ben lieta.

Malala e Kailash Satyarthi Premio nobel per la pace

Il plauso al premio è stato internazionale e trasversale. Malala è la più giovane persona ad avere ottenuto questo importante riconoscimento e ha dichiarato che utilizzerà la parte in denaro del premio “per finanziare progetti per i bambini”.

Malala ha detto anche di “provare orgoglio per essere la prima pachistana ad avere avuto il Premio Nobel”.

Questo riconoscimento, ha assicurato, “per me non è il punto d’arrivo ma l’inizio di una più forte battaglia per i diritti dei bambini allo studio. Ce ne sono 57 milioni che non possono studiare”.

In ultimo Malala ringrazia anche il padre per non averle tarpato le ali e averle consentito di volare!

Fonte: Ansa



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