Viviamo in una società sempre più violenta, in una società dove, ed è triste dirlo, gli atti di bullismo, compiuti dagli studenti adolescenti verso i propri coetanei più deboli, sono all’ordine del giorno.
Atti di vera e propria violenza, sia fisica che verbale, che, purtroppo, sembrano non risparmiare anche i più piccoli.
Testimonianza di quanto appena asserito è la storia della piccola AvaLynn, una bambina del Mississippi (USA) che, a soli 5 anni, sarebbe stata brutalmente picchiata da un compagno di scuola.
Ho usato il condizionale in quanto la vicenda è stata al momento archiviata dalle autorità locali come un incidente; di pensiero diverso è invece la madre della piccola, Lacey Harris, che crede fortemente nelle dichiarazioni della figlia e porta avanti la sua personale battaglia legale.
Ma procediamo con ordine riportando i fatti descritti sulla pagina facebook denominata “Justice for AvaLynn”, canale social che raccoglie preghiere e donazioni per la piccola AvaLynn.
“Martedì 26 agosto 2014, Lacey Harris è stata chiamata dalla direzione della scuola Arlington Elementary School in Pascagoula, Mississippi, perché AvaLynn era rimasta ferita in un incidente. Arrivata presso l’istituto, Lacey si è ritrovata dinnanzi al peggior incubo di genitore: Ava aveva il viso gonfio, con tagli e lividi che la rendevano irriconoscibile.
Quello stesso pomeriggio, Lacey ha portato la sua bambina al pronto soccorso chiedendo, il giorno successivo, un ulteriore consulto al pediatra di famiglia che è scoppiato in lacrime dopo aver visto il volto tumefatto di Ava.
Fortunatamente, il medico ha stabilito che è improbabile che Ava abbia subito danni fisici permanenti. Diverso invece è il discorso sui danni psicologici.
AvaLynn ha informato Lacey che era stata aggredita da un altro studente: è stata presa ripetutamente a calci in faccia finché non è caduta dallo scivolo del parco giochi della scuola.
La scuola ha raccontato alla madre della bambina che, al momento dell’incidente, non vi era alcun insegnante presente e, proprio per questo, non è possibile raccogliere alcuna testimonianza sulla presunta aggressione”.
La signora Harris ha così deciso di rendere nota la storia di sua figlia pubblicando su facebook le foto del volto tumefatto della bambina, chiedendo poi ad amici e parenti di condividere affinché potessero ottenere giustizia.
Nel giro di poche ore è nata la sopra citata pagina Justice for AvaLynn che ha fatto da vera e propria cassa di risonanza alla storia, postando ulteriori foto della bambina e mettendo in contatto altre mamme, i cui figli sono stati vittime di bullismo, con Lacey.
“Stiamo cercando di diffondere la storia di AvaLynn in lungo e in largo, cercando, per quanto possibile, di coinvolgere i media, con lo scopo di costringere il distretto scolastico a prendere provvedimenti per quanto è successo – scrivevano gli amministratori della fanpage lo scorso 29 agosto – Il nostro obiettivo è di spingere per una migliore sorveglianza dei nostri figli, che dovrebbero essere sicuri e protetti a scuola, non brutalizzati sotto la cura di insegnanti che non vigilano”.
Lo scopo è stato raggiunto, tanti i portali che hanno raccontato la storia di AvaLynn, un clamore mediatico che ha “costretto” la scuola a rilasciare una dichiarazione ufficiale, successivamente riportata dal quotidiano Huffington Post:
“Uno studente si è ferito martedì pomeriggio mentre giocava sul campo da gioco della Arlington Elementary School. I funzionari della scuola hanno risposto alla situazione. Il genitore è stato contattato e lo studente ha ricevuto cure mediche. Nessun altro bambino è stato coinvolto nell’incidente Il distretto scolastico di Pascagoula resta impegnata per la sicurezza di tutti i suoi studenti”.
Questa invece la dichiarazione rilasciata dal tenente del Dipartimento di Polizia di Pascagoula, Jim Roe, riportata sempre sul sopra citato portale:
“La madre sostiene che un altro bambino ha preso a calci la sua bambina mentre erano sullo scivolo. In questo momento non c’è alcuna indicazione che indichi un atto criminale. Ho parlato con la sicurezza della scuola e un assistente sovrintendente sta studiando la questione”.
Insomma, nessuna indagine ufficiale è stata avviata in quanto mancano elementi essenziali atti a dimostrare le accuse della bambina perché – e qui mi sembra giusto ricordare quanto riportato sulla pagina ufficiale Justice for AvaLynn – la scuola ha dichiarato che “al momento dell’incidente, non vi era alcun insegnante presente”.
Ma la madre continua a chiedere e cercare giustizia per la figlia…
… mentre c’è chi sospetta della sua buona fede.
Infatti, a pochi giorni dall’accaduto e dalla pubblicazione delle foto, Lacey Harris ha creato una raccolta fondi, attraverso il sito Gofundme, con lo scopo di raccogliere 10mila dollari che serviranno a finanziare cure mediche, spese viaggio e le spese legali che dovrà affrontare.
La cifra prefissata è stata raggiunta in soli 8 giorni, non senza ricevere diverse critiche da parte di alcuni utenti della rete che lamentavano una certa celerità con la quale è stata realizzata la campagna.
A questi, la signora Harris risponde attraverso il proprio profilo, in un commento che gli amministratori della fanpage di Ava hanno pubblicato accompagnandolo con il seguente messaggio:
“Posto questa foto per aiutare la madre di Ava a rispondere a tutti coloro che ci chiedono spiegazioni sul bisogno di donazioni. Vi chiediamo di comprendere che, in questo momento, il principale obiettivo di Lacey è AvaLynn e che lei non è in grado di rispondere ad ogni domanda che pubblicate qui. Appena avremo ulteriori notizie su ciò che sta succedendo vi aggiorneremo. Alcuni dettagli che abbiamo condiviso qui sono stati concordati con gli avvocati di Lacey. La ragione principale di questa pagina, oltre al sostegno per Ava, è ottenere giustizia. Grazie a tutti per le gentili parole, preghiere e benedizioni. Significa molto sia Ava che per la sua famiglia”.
Nel suo messaggio, la signora Harris chiarisce che la bambina – una volta passato il gonfiore al viso che al momento le impedisce di parlare e di mangiare – dovrà rifare alcuni esami medici, tra cui una visita oculistica specialistica, nonché una visita ortopedica.
Inoltre, rivela che il bambino accusato di aver picchiato Ava ha negato ogni coinvolgimento e che il personale che avrebbe dovuto visionare gli alunni mentre erano fuori ha dichiarato di non aver visto nessun litigio e di essersi resi conto dell’accaduto solo dopo che la bambina è caduta in terra ed ha iniziato ad urlare.
Infine, Lacey conclude dicendo che “tutti i soldi che non saranno utilizzati per le spese di Ava, verranno devoluti ad un’organizzazione che si occupa di bullismo nelle scuole”.
Io mi auguro che questa bambina riesca a trovare la giusta pace e che possa presto ritornare a scuola, un luogo che noi mamme dovremmo considerare più che sicuro.
ULTIMO AGGIORNAMENTO: Il distretto scolastico di Pascagoula ha deciso di installare delle telecamere nell’area giochi ove si è verificato l’incidente (Fonte).