Qual è la prima cosa che avete pensato osservando le bambole ritratte nella foto in alto?
Il mio istinto mi ha spinto a farmi una fragorosa risata in quanto le ho trovate talmente surreali da supporre si trattasse di un fake o di un goliardico scherzo realizzato da un cybernauta esperto in fotoritocchi.
Ma, dopo una piccola e veloce ricerca in rete, non ho potuto fare altro che constatare l’inesattezza delle miei precedenti considerazioni.
Presentate, non proprio ufficialmente, lo scorso 11 giugno attraverso facebook, queste due bambole appartengono ad un progetto artistico intitolato “The Plastic Religion Flyer”, che verrà esposto, a partire dal prossimo 11 ottobre, presso la Galleria d’arte contemporanea P.O.P.A. di Buenos Aires.
Realizzatori di queste ed altre “bambole sacre” (in tutto sono 33), due artisti di Rosario (Argentina), Pool Paolini e Marianela Perelli, oggi al centro di una grande polemica web che sta interessando tutto il mondo.
Oltre al fatto di esser stati accusati di blasfemia dai molti detrattori che non hanno gradito tali riproduzioni, i due artisti rischiano ora una citazione in giudizio da parte della autorità governative della provincia di San Juan (Argentina).
Una delle 33 opere realizzate infatti – le cui immagini, disponibili nella gallery in calce all’articolo, sono state pubblicate in anteprima sulla pagina ufficiale facebook Pool&Marianela, a cui i due artisti fanno riferimento – ritrae la Difunta Correa, figura molto amata e venerata in Argentina.
La leggenda narra di una donna, Deolinda Correa, che ha attraversato, assieme al figlio neonato, il deserto della provincia di San Juan nella speranza di raggiungere il marito costretto ad arruolarsi durante la guerra civile.
Ultimate le poche scorte di cibo e di acqua che aveva portato con se, Correa trovò riparo sotto l’ombra di un albero di carrubo, lasciandosi morire di fame e di sete mentre suo figlio continuava a nutrirsi con il latte del suo seno.
Il corpo esanime della donna fu ritrovato da alcuni mulattieri che decisero di seppellirla a Vallecito, città orientale della provincia di San Juan, e di portare con loro il neonato sopravvissuto (fonte Wikipedia).
Ciò che non tutti sanno è che la Difunta Correa, divenuta a tutti gli effetti un’icona religiosa, è oggi un marchio registrato, brevettato dalle autorità governative nella provincia di San Juan che ne hanno l’uso esclusivo.
“Ho trovato imbarazzante il fatto che sia stata brevettata una figura religiosa perché equivale a privatizzare la fede – ha dichiarato la fashion designer Marianela Perelli in un’intervista rilasciata al quotidiano Diario La Provincia – è un gesto così freddo e calcolatore, lo trovo triste, terribile”.
“Noi non immaginavamo che potesse accadere tutto ciò – continua la Perelli – Sapevamo che avrebbe attirato l’attenzione, ma mai che si verificasse una cosa del genere. Non immaginavamo che potesse essere stata brevettata una figura come la Difunta Correa. L’unica cosa che avevamo pensato è che la Mattel si fosse arrabbiata in quanto marchio internazionale”.
Oltre all’aspetto giuridico, le bambole, che in molti inizialmente hanno sospettato essere destinate alla vendita, sono state giudicate dal popolo della rete come eccessive nonché offensive da un punto di vista religioso.
Una discussione che, come detto in precedenza, ha fatto il giro del mondo in poche settimane.
E tu, cosa ne pensi?