Da 16 anni ormai Il Consiglio Europeo ha indetto la celebrazione della “Giornata Europea della donazione e del Trapianto di Organi”
La necessità di questa giornata, recita proprio il sito del Consiglio, è direttamente proporzionale all’urgenza di organi da trapiantare nel mondo.
E la mancanza costante di organi è il risultato di un sempre crescente numero di pazienti che va a gonfiare una già lunga lista d’attesa.
Nel 2012 soltanto in Europa 61 mila persone erano in attesa di un organo.
Ogni giorno 12 persone muoiono perché aspettano un trapianto.
Sensibile a questa emergenza l’Unione Europea ha iniziato questa ricorrenza, per aiutare tutti gli stati membri a incoraggiare e provvedere informazioni sulla donazione di organi, tessuti e cellule, sulle norme che regolano la materia e sulle misure mediche necessarie per questi trattamenti, in modo che ogni cittadino possa essere cosciente e decidere di diventare donatore, rendendo partecipi i membri della sua famiglia di questa decisione.
Quest’anno la Giornata Europea per la donazione verrà ospitata a Roma l’11 ottobre.
La donazione degli organi avviene tramite espressa volontà.
Tecnicamente si procede all’espianto degli organi in caso di morte cerebrale, e solo dopo che si è tentato di tutto per salvare il paziente.
La dichiarazione di morte cerebrale viene espressa da una commissione di tre medici: medico legale, anestesista e neurologo, il cui giudizio deve essere unanime. Il periodo di osservazione si protrae per 6 ore, oltre le quali viene dichiarata la morte del soggetto.
Gli organi prelevabili sono praticamente tutti, fatta eccezione per il cervello e le ghiandole genitali.
Per alcuni organi esistono dei limiti di età (generalmente non oltre i 65 anni), per altri, come le cornee no.
Le linee guida per i trapianti differiscono tra i vari paesi, ma in generale le differenze sono minime, in quanto la scienza medica stabilisce dei criteri molto precisi su come e soprattutto quando diagnosticare la morte cerebrale, e difficilmente confutabili dalla legge.
Inoltre le procedure diagnostiche sempre più precise consentono di escludere con estrema certezza la possibilità che lo stato di coma profondo venga confuso con la morte cerebrale.
La donazione degli organi è oggi la sola e unica terapia per alcune gravi patologie non risolvibili con alcuna cura farmacologica.
Grazie ad un organo trapiantato infatti un paziente può continuare a vivere la sua vita come in nessun altro modo avrebbero potuto assicurargli cure e terapie.
Purtroppo però non a tutti è consentito ricevere un organo, perché il numero dei donatori rispetto a quello dei riceventi è di gran lunga inferiore. (nel 2012 sono stati eseguiti 1.589 trapianti di rene a fronte di una lista di attesa di 6.731 pazienti. Fonte AIDO )
I pazienti in attesa di trapianto vengono inseriti in una lista d’attesa effettuata in base a dei criteri oggettivi e trasparenti.
I donatori invece sono tutti coloro deceduti per lesioni cerebrali irreversibili.
Gli organi prelevati vengono poi conservati in banche debitamente attrezzate o trasferiti immediatamente ovunque ci sia un paziente pronto per il trapianto.
La parola donazione è stata scelta appositamente per questa procedura:
Donare un organo vuol dire regalare la possibilità di vivere ad un altro individuo che altrimenti avrebbe negata questa chance.
Certo la perdita di una persona cara è sempre un momento doloroso nell’ esistenza di tutti noi.
E’ quello nel quale non è facile pensare alla sofferenza altrui.
Ecco perché diventa fondamentale che ogni individuo possa esprimere la propria volontà di scegliere la donazione.
Inoltre la dichiarazione di donazione solleva da un’opzione così importante anche parenti e familiari, che non saranno costretti a decidere in quei difficili e delicati momenti.
In Italia la donazione degli organi è regolamentata da tutta una serie di leggi e decreti (Legge 1° aprile 1999, n. 91, Decreto ministeriale dell’8 aprile 2000, aggiornato con il Decreto ministeriale dell’11 aprile 2008.)
Inoltre proprio con l’entrata in vigore del Decreto del Fare (D.L. 69/2013) esiste oggi in tutto il territorio nazionale la possibilità che questa dichiarazione venga espressa direttamente al Comune (a oggi però purtroppo soltanto pochi comuni prevedono fattivamente questa possibilità), al momento del rilascio o del rinnovo della carta di identità (leggi qui l’articolo).
Da un report del 2011 del Centro Nazionale Trapianti (guarda il report qui) l’Italia risulta essere tra i paesi più virtuosi a livello europeo per donazioni di organi, con quasi 22 donatori per milione di persone, e con sempre meno opposizioni per quanto riguarda l’espianto (28.3% contro 31.5% del 2010).
Inoltre, anche il numero di trapianti e donatori è in leggera crescita rispetto agli anni precedenti (vedi qui gli ultimi dati aggiornati dal Ministero che riportano i numeri del Sit ), segno questo che la corretta informazione, unita alla aumentata sensibilità all’argomento possono fare la differenza.
Come dice anche l’ultima campagna del Ministero della salute che recita: “Forse non salverò il Mondo. Ma una vita si”.
E nella giornata Europea delle donazioni di organi, anche noi di vitadamamma ci associamo a questa campagna, affinchè tutti possano superare possibili pregiudizi e paure, e pensare al contrario che un giorno potremmo avere noi stessi bisogno di ricevere un cuore, un fegato o un polmone, e che donare un organo può fare la differenza tra la vita e la morte di un’altra persona.