L’allattamento al seno si è da tempo affermato come il migliore modo per nutrire il bambino nei primi mesi di vita.
Il latte di mamma è stato studiato sotto l’aspetto nutrizionale e, da questo punto di vista, sono pacificamente riconosciute le doti del latte materno: questo prezioso e naturale alimento risponde alle esigenze del nascituro modificandosi ed adattandosi ad esse continuamente, è altamente digeribile, passa al bambino un vero e proprio corredo di anticorpi che lo protegge dalle aggressioni esterne e lo fortifica, riduce i rischi di allergie alimentari.
Ma oggi ai valori nutrizionali del latte materno, già noti e riconosciuti, si può aggiungere un ulteriore pregio: secondo una recente ricerca, condotta in Inghilterra presso la Oxford University in collaborazione con l’Institute for Social and Economic Research dell’University of Essex, il latte materno produrrebbe effetti positivi sullo sviluppo cognitivo del bambino.
I ricercatori hanno lavorato sui dati raccolti dall’Avon Longitudinal Study, questo studio avrebbe coinvolto più di 14 mila donne diventate mamme tra il 1991 e il 1992 e ben 10 mila bambini nati in quegli anni. Lo studio dall’Avon Longitudinal Study si sarebbe proposto di seguire la vita delle madri e dei loro piccoli, monitorando l’evoluzione e la crescita di questi bambini, considerate le condizioni socio economiche delle famiglie.
L’attenzione degli studiosi non ha potuto trascurare un dato:
emerge che i neonati allattati al seno, in modo esclusivo per un tempo minimo pari a 4 settimane, svilupperebbero un quoziente intellettivo di 3\5 punti maggiore rispetto ai coetanei nutriti sin dalla prima infanzia con latte artificiale.
Le età in cui tale eccellenza cognitiva emergerebbe con evidenza sarebbero: i 5, i 7, gli 11 ed i 14 anni. In queste fasi i bambini allattati al seno otterrebbero risultati scolastici evidentemente superiori ai coetanei non nutriti con il latte della mamma.
Gli studiosi precisano che la causa di tale accrescimento cognitivo dei bimbi allattati al seno è ancora in fase di studio, alla attenzione degli scienziati ci sono due possibili fattori:
– i nutrienti contenuti nel latte materno (tra cui gli acidi grassi polinsaturi a lunga catena) che rappresentano elementi naturali e inimitabili del latte di mamma,
– il rapporto mamma bambino. Allattando la mamma “conduce il bimbo nel mondo”, attraverso l’esperienza dell’allattamento il piccolo acquista fiducia, ritrova nel seno la sua sicurezza e con esso si consola quando le cose del mondo lo turbano, ritrova, dunque, il coraggio di affrontare sempre le nuove esperienze. E questo benefico rapporto certamente influisce positivamente sullo sviluppo celebrale del piccolo nato.
Dunque, lo sviluppo cognitivo del bambino e la sua maturazione celebrale sarebbero favoriti dall’allattamento al seno. Ecco un altro buon motivo per allattare i nostri bambini!
Le Società Scientifiche internazionali stimano che il 90% delle donne incomincia ad allattare il neonato, ma dopo 6 mesi le mamme che allattano sono meno del 50% ed arrivano al 12esimo mese solamente il 12% delle madri.
Sfruttiamo questa occasione per fare il punto sull’allattamento al seno attraverso le domande più ricorrenti tra le mamme.
Voglio allattare ma come faccio a capire se mio figlio mangia abbastanza?
Il bambino allattato al seno sviluppa un suo personale sistema di autoregolazione, i piccoli che mangiano dal seno della mamma sviluppano meglio e prima il “senso di sazietà”, tanto è che essi sono meno esposti al rischio di obesità.
Dunque, alla mamma non resta che seguire le richieste del bambino, offrire il seno ogni qual volta il piccolo dimostri di desiderarlo e per tutto il tempo in cui il bimbo ciuccia.
Sarà il pediatra a valutare se il neonato cresce bene, secondo i normali parametri relativi alla sua età. Sottoponete il bambino ai controlli pediatrici stabiliti dal medico e in caso di dubbi sulla alimentazione del piccolo rivolgetevi sempre al pediatra di famiglia. Non decidete mai da sole di abbandonare l’allattamento materno o di associare ad esso il latte artificiale, ma consultate sempre il pediatra, spesso la mamma, complice la stanchezza, l’adattamento al piccolo e lo squilibrio ormonale, può farsi sopraffare dalla paura di non avere abbastanza latte e molte volte questa paura è infondata! Il latte del seno si produce grazie alla suzione e ciucciare dal seno di mamma è anche un “faticoso lavoro” per il bambino, soprattutto all’inizio dell’allattamento, se al piccolino viene offerta la bottiglina questi troverà facile e piacevole succhiare dal biberon e potrebbe presto rinunciare al “faticoso lavoro” da compiere sul seno della mamma, con un unico risultato: la perdita del latte materno. Quindi, giacché il nostro latte è prezioso, per ogni dubbio sulla sua quantità e sulla crescita del bimbo consultiamo lo specialista.
Inoltre è sconsigliabile pesare il bambino di continuo, se avete una bilancia in casa adoperatela con moderazione, una pesata alla settimana nei primi mesi di vita è più che sufficiente a valutare l’accrescimento del piccolo. Ricordate che il peso, per fornire un dato certo, va preso sempre nelle medesime condizioni (se usate misurare il bimbo spogliato pesatelo sempre quando e nudo, se usate misurarlo dopo la poppata pesatelo sempre appena ha finito la pappa, insomma praticate la pesata in condizioni più o meno costantemente uguali.)
Per quanto tempo è necessario allattare il bambino?
Il latte materno è il migliore alimento di cui il bimbo può godere nella primissima infanzia. Nel corso dei primi 6 mesi di vita sarebbe ideale nutrire il piccolo esclusivamente con il latte della mamma.
Raggiunto il momento delle prime pappe, però, il seno non deve essere abbandonato, il latte materno resta importante anche per il divezzo ( è divezzo proprio il bimbo in fase di svezzamento). Si stima che durante il divezzamento il latte materno riesca a garantire comunque un apporto pari al 30\50% del fabbisogno energetico complessivo del bambino.
Le Società Scientifiche Internazionali, nei paesi industrializzati come è il nostro, indirizzano verso l’allattamento al seno sino al 12esimo mese di vita del bambino.
Il latte di mamma nel corso del primo anno di vita garantisce, sebbene in combinazione con le pappe, un giusto apporto di Vitamina B, C e acido folico nonché acidi grassi, nel latte di mamma sono contenuti anticorpi e sostanze attive dal grande valore “protettivo”, capaci di preservare l’organismo dalle aggressioni esterne, ma anche di ridurre i rischi di intolleranze e di allergie.
È sconsigliabile somministrare il latte vaccino prima del 12esimo mese di vita.
È possibile che il latte di mamma non sia nutriente?
Molte mamme nutrono la paura che il proprio latte sia “debole”, alcune si fanno ingannare dall’aspetto “acquoso”, dalla impressione sulla densità e sul colore. Attenzione non è necessario analizzare il latte del seno, il latte della mamma è sempre nutriente, buono e sano. Esistono pochi e rari casi in cui l’allattamento al seno è sconsigliabile, il pediatra è la sola persona deputata a valutare le condizioni della madre ad allattare, quindi se non esistono diverse indicazioni mediche, fidatevi del vostro seno e del vostro latte!
Da una mamma ad un’altra certamente sarebbero riscontrabili piccole differenze nella composizione del latte, esso è un alimento complesso (contiene proteine, glucidi e lipidi, minerali e vitamine), ma le possibili diversità non incidono mai sulla qualità del latte che è indiscutibilmente l’alimento migliore per la crescita del bambino.
Il bambino allattato al seno ha bisogno di prendere delle vitamine?
I pediatri usano consigliare una supplementazione con vitamina D per tutti i lattanti e nel corso dell’intero primo anno di vita.
Alcuni medici usano integrare con la vitamina K la dieta del piccolo allattato esclusivamente al senp.
Ad onor del vero va, però, detto che solo in casi eccezionali la carenza di vitamine ha prodotto effetti gravi.
Personalmente ho usato la vitamina D, ma mai la K pur avendo allattato al seno il mio primogenito in modo esclusivo sino al suo sesto mese di vita, cioè sino alla prima pappa ed avendo continuato ad allattarlo sino quasi a 10mesi.
I bambini allattati con formula sono più in carne, crescono meglio?
I ritmi di crescita dei piccoli allattati al seno sono certamente diversi da quelli dei piccoli allattati con il latte artificiale, ma entrambi crescono bene. I secondi non beneficiano dei positivi effetti propri del latte di mamma, dal corredo di anticorpi alla protezione contro le allergie e le intolleranze alimentari.
In genere i bimbi allattati al seno crescono più rapidamente nei primi 2\3 mesi di vita, quelli allattati con il biberon presentano, invece, una accelerazione tra i 3 ed i 6 mesi di vita.
Ma questa divergenza di ritmi si assorbe con il tempo senza alcuna conseguenza ed alla fine del secondo anno di vita nessuna differenza in termini di crescita più rilevabile.
Allattare al seno è una straordinaria esperienza d’amore, con l’allattamento la mamma procede nella crescita del bimbo compiuta con il suo corpo dentro la pancia e nel contempo fa amicizia con la sua creatura. Non rinunciate a questo incontro d’amore, se potete allattate!