Il giallo della scomparsa di Roberta Ragusa si infittisce ancora: continua a mancare il corpo della vittima malgrado l’ipotesi più accreditata sia quella del presunto omicidio.
L’indagine investigativa avrebbe condotto gli inquirenti a stringere il cerchio intorno al marito della vittima, ma Antonio Logli ancora non è stato rinviato a giudizio.
L’uomo vive una vita “normale” accanto ai figli avuti da Roberta Ragusa ed insieme alla sua amante Sara Calzolaio.
Antonio e Sara hanno da molti anni una relazione stabile, rimasta parallela al matrimonio ma clandestina sino alla scomparsa di Roberta.
Logli da sempre proclama la sua innocenza e sin dall’inizio si è dimostrato convinto dell’allontanamento volontario di Roberta.
Contro Antonio Logli le testimonianze di Loris Gozi e di Silvana Piampini;
Contro il marito di Roberta anche una serie di ipotesi circa l’occultamento e la distruzione del cadavere di Roberta, ipotesi avanzate da ignoti testimoni (potenzialmente “testimoni chiave”), piste teoricamente e logicamente proponibili ma in gran parte ancora da accertare e monitorare.
L’ultima pista degna di nota è stata resa nota all’opinione pubblica dal settimanale Giallo, Cairo editore, che nel n°29 del corrente mese di Agosto indicava, come possibile tomba di Roberta, l’ex Cisterna militare di Titgnano (Pisa) a pochi chilometri da casa Logli.
I giornalisti di Giallo hanno potuto fiutare questa pista grazie ad una lettera anonima firmata da un tale Toni, probabilmente un ex militare dell’Aeronautica.
Toni ha indirizzato al settimanale un’altra lettera ugualmente pubblicata sul settimanale Giallo, nel numero adesso in edicola (n°34 del 27 agosto 2014):
in questa nuova missiva, il “testimone” rivela qualche altra cosa di sé, traspare infatti dalle sue parole che probabilmente Toni è una vecchia conoscenza di Valdemaro Logli, padre di Antonio e suocero di Roberta.
Giallo ha pubblicato la lettera integralmente, nella missiva si legge:
“Ripudia il danaro. Confessati. Dai una tomba su cui piangere la povera Roberta ai tuoi nipoti”, così Toni si rivolge a Valdemaro. La versione integrale dello scritto può essere letta, dagli appassionati del caso, sulla rivista.
E’ auspicabile che le autorità competenti indaghino anche su queste piste rese note attraverso la carta stampata? Probabilmente sì.