Durante la gravidanza il ginecologo, per valutare la salute di mamma e bambino, prescriverà alcuni esami e indagini.
Tra questi, due esami prenatali non invasivi sono il Duo Test (o Bi-test) e il Tri-test.
Duo Test.
Il duo test, o Bi-test, è uno screening biochimico che si effettua tramite prelievo di un campione di sangue della madre.
In questo campione verranno dosate due sostanze chiamate β-HCG (gonadotropina corionica) e PAPP-A (proteina plasmatica A associata alla gravidanza).
Il due test viene effettuato tra l’11^ e la 14^ settimana di gravidanza e, insieme alla traslucenza nucale, indaga possibili patologie del nascituro.
Tra le malattie prese in considerazione c’è la trisomia 21, ovvero la sindrome di Down, nei cui casi si verifica un aumento di concentrazione di β-hCG maggiore rispetto ai feti nella norma.
Il duo test ha solo finalità statistiche, e non è uno screening diagnostico.
Questo vuol dire che anche in caso di esito positivo, ovvero di possibile presenza di patologia, questo esame ha solo valore statistico, ragion per cui, per approfondire la possibile diagnosi, il medico consiglierà un altro tipo di analisi (di solito amniocentesi o villo centesi, a seconda della settimana di gravidanza).
In pratica il duo test serve per identificare le gravidanze a maggior rischio in modo da eseguire ulteriori indagini a fini diagnostici.
Insieme alle analisi del campione alla madre verranno richieste tutta una serie di informazioni per completare l’anamnesi: età, peso corporeo, abitudini, tendenze all’aborto, precedenti figli con patologie cromosomiche ecc.
Il rischio di malattia però non significa necessariamente certezza che il feto ne sia affetto, ma soltanto che il rischio ha una percentuale tale da richiedere valutazioni con esami diagnostici.
Putroppo però è vero anche il contrario, ovvero, in caso di esito negativo, nessun Duo test darà la certezza che il feto sia sano.
Il duo test, associato alla traslucenza nucale (ovvero un esame ecografico nel quale si misura lo spessore della pelle della nuca del feto, che deve rispondere a determinati requisiti) ha una percentuale significativa di individuazione di patologie (circa il 90%).
Il Tri test
Anche il Tri-test è una indagine biochimica effettuata attraverso un prelievo di sangue.
Questo si esegue tra la 15^ e la 17^ settimana di gravidanza, e dosa 3 ormoni:
- β-HCG (gonadotropina corionica)
- estriolo
- alfafetoproteina
l’alfafetoproteina, nello specifico, è un elemento prodotto dal feto attraverso il fegato e l’intestino, e si rileva nel sangue materno fino alla 32^ settimana.
Anche il Tri test serve come screening statistico per valutare il fattore di rischio di malattie come la Trisomia 21 e la Trisomia 18.
Anche a questo esame generalmente si associa l’esame ecografico per valutare la traslucenza nucale, che riesce ad individuare fino al 90% di casi di feti affetti da sindrome di Down, con un rischio di falsi positivi del 5% circa.
Una volta effettuato questo esame, in caso di esito positivo, alla madre verrà consigliato di approfondire attraverso esami diagnostici più validi come l’amniocentesi o la villo centesi, la salute del proprio figlio, proprio come nel caso del Duo test.
E come prima, anche per il tri-test un risultato negativo non esclude la possibilità che il bambino possa nascere con alterazioni cromosomiche.