Del sangue ed un pelo nero, questi gli elementi, già al vaglio degli inquirenti, isolati e repertati sul cadavere di Fortuna Loffredo la piccola vittima della misteriosa tragedia del Parco Verde di Caivano.
Il 25 giugno scorso Fortuna Loffredo, 6 anni appena, è stata ritrovata agonizzante sul selciato all’interno del complesso di case popolari di Caivano.
Tutto faceva, apparentemente, pensare ad un tragico incidente:
Pochi minuti prima della tragedia Fortuna si era separata dalla mamma a cui aveva detto che sarebbe andata a giocare proprio a casa di Dora.
E, all’atto del ritrovamento, la piccola sembra esattamente precipitata da quel balcone: lo lasciavano credere l’atteggiamento degli abitanti del Parco Verde accorsi a soccorrerla; il modo in cui l’allarme è stato lanciato e la maniera con cui i vicini di casa hanno allertato la mamma; la posizione del corpo nonché gli spostamenti della bimba nei minuti immediatamente precedenti alla morte.
Fortuna, come sempre faceva, si era mossa liberamente nel complesso di case popolari ove viveva e dove è tragicamente morta.
Nell’immediato si è creduto che la piccola fosse caduta nel vuoto mentre giocava con la sua michetta, morendo, così, per una tragica fatalità.
Malgrado le apparenze, la madre della vittima, la zia, la nonna e con loro i soccorritori hanno subito rintracciato in quella tragedia delle anomalie lampanti; sulla scorta di non pochi elementi “sospetti”, sono scattate le indagini e si è fatta strada la più inquietante delle ipotesi: omicidio aggravato dalla violenza.
Lo scenario inquietante è stato confermato dal referto autoptico:
sulla piccola Fortuna è stata usata violenza e poi è stata uccisa, probabilmente non è mai precipitata da nessun balcone e forse la bimba subiva violenti e crudeli abusi già da tempo.
Prima di Fortuna nello stesso complesso abitativo sono morti in circostanze analoghe ed ugualmente misteriose altri 2 bambini: nel 2005 è deceduto Andrea, 8 anni; nel 2013 si è spento Antonio 3 anni.
“Il silenzio” che accompagna la fine tragica di Fortuna echeggia come un urlo assordante:
la bambina sarebbe volata dal settimo piano senza lanciare nemmeno un lamento di paura; il suo corpo su selciato non avrebbe emesso alcun boato pur precipitando da 30 metri; sul corpicino agonizzante la mamma, la zia, la nonna ed i soccorritori non avrebbero rintracciato nessun evidente segno del tragico impatto (niente sangue, niente ematomi e nessun osso rotto).
Inoltre il piedino desto della bimba sarebbe stato rinvenuto “spogliato” della sua scarpetta, per di più, questo elemento misterioso accomuna Fortuna ad Antonio: infatti entrambe le vittime avrebbero perso la scarpina destra volando nel vuoto e nessuna delle due calzature è mai stata ritrovata.
E’ possibile che si tratti di una coincidenza?
Gli inquirenti hanno avanzato l’ipotesi dell’esistenza di un killer seriale, probabilmente morbosamente interessato ai bambini; a questo assassino si attribuirebbero già 3 morti e si nasconderebbe proprio tra gli abitanti del comprensorio di case popolari del Parco Verde.
In quel complesso abitativo di Caivano (Napoli) vivono circa mille bambini, cinquanta solo nel palazzo dove sono morti Antonio e Fortuna. Questa triplice tragedia può, oggi, essere definita come un emergenza di legalità?
Tutti gli abitanti del Parco Verde “silenziosamente” dichiarano di non avere udito né visto nulla, ma è possibile che in quella mattina del 25 giugno, con le finestre aperte per la calura, i bambini liberi nel parco e le persone sui balconi in cerca di frescura, proprio nessuno abbia visto o sentito alcunché?
“Chi sa parli! Qualcuno conosce molte cose sull’orribile destino di mia figlia. Anche nel condominio dove abito qualcuno con il suo racconto potrebbe aiutarci a fare luce sulla morte di Fortuna. Mi chiedo ancora come sia possibile che in quei momenti in cui Chicca (così era soprannominata Fortuna, ndr.) è morta nessuno abbia visto o sentito nulla”
– questo è l’appello della mamma, raccolto dal settimanale Giallo, Cairo Editore, n°31 del 6 agosto 2014.
Intanto, da indiscrezioni giornalistiche, trapela che i militari del Ris hanno sequestrato gli abiti di più condomini, nonché i vestiti del piccolo Antonio.
Pare che la rosa dei sospetti si sia già stretta intorno ad un uomo e ad una donna, la donna avrebbe un ruolo di di complicità, lei avrebbe infatti coperto le brutali violenze perpetrate dall’assassino.
I bambini morti a Caivano meritano giustizia, ma quelli vivi, che sopravvivono nel degrado e nell’abbandono dello Stato, meritano tutela e sicurezza. E’ questo in sintesi il pensiero della famiglia di Fortuna, espresso anche dal padre sulle stesse pagine di Giallo.