Sicuramente si tratta soltanto di coincidenze, ma un amico un po’ di tempo fa mi ha detto, e io ricordo bene questa frase, che tante coincidenze fanno una prova.
E’ una frase provocatoria, ma neanche tanto: in giurisprudenza quando ci sonno indizi gravi, precisi e concordanti l’esistenza di un fatto può essere desunta.
Non è il caso del condominio di Rovigo, ma l’impressione che desta la vicenda fa comunque abbastanza presa nell’immaginazione.
Rovigo si diceva, uno stabile in pieno centro città, piazza della Repubblica, tra i palazzi dell’Ater (Azienda territoriale dell’Edilizia residenziale) e quelli attigui l’incidenza di casi di tumori è piuttosto altina: 23 decessi per cause oncologiche in neanche dieci anni.
Otto volte sopra la media dicono gli impiegati della pubblica amministrazione che in quei palazzi ci lavorano.
L’incidenza è tale che si è chiesto di approfondire e analizzare se ci possa essere una possibile connessione tra le morti e il fatto di risiedere proprio in quella ristretta area cittadina.
Si sono analizzati così intonaci, materiali edili e altro: ma niente, nessuna traccia di amianto o altri composti che possano far pensare a materiali cancerogeni con i quali i palazzi sarebbero stati costruiti.
L’ultima in ordine cronologico è stata un’impiegata dell’Ater, Francesca Mazzolaio, deceduta proprio nei giorni scorsi a causa di un tumore.
Nonostante i risultati degli esami abbiano finora dato esito negativo, le indagini non si fermano: la facoltà di medicina dell’Università di padova sta svolgendo degli studi epidemiologici, è la zona della città coinvolta in questo strano caso di coincidenze è stata classificata dall’Arpav ad alto tasso di inquinamento.