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Boato in Mare: Tremano i Sismografi dell’ Osservatorio Vesuviano, Ecco cosa è successo

di Alessandra Albanese

29 Maggio 2014

POZZUOLI. In quel tratto di mare, nel golfo campano tra l’isola di Procida e la provincia di Napoli, ieri i sismografi hanno tremato per qualche secondo.

Questa terra si aspetta da secoli il “Big one” come lo chiamano in America, e soprattutto da queste parti, dove i bradisismi (abbassamento o innalzamento del livello del suolo) sono di casa, il boato di ieri poteva essere interpretato come un segnale.

Invece l’esplosione era programmata, perché si è trattato di tritolo.

Duecento chili, fatti esplodere dai palombari del nucleo sub antisminamento Sdai della Marina militare, coordinati dal capo-operazione Giuseppe Pittalis, intorno a mezzogiorno per fare esplodere un ordigno della seconda guerra mondiale.

Fatta brillare in sicurezza, era una bomba sganciata da un aereo nel 1943 inabissatasi inesplosa nel mare davanti Procida.

 

E’ stata rinvenuta da alcuni operai durante la posa sottomarina del metanodotto Napoli-Procida al largo dell’isolotto di San Martino.

L’esplosione ha causato l’innalzamento di una colonna d’acqua di venti metri, era una bomba di oltre 500 libbre.

L’operazione è durata un paio d’ore, preceduta da una conferenza stampa durante la quale Claudio Romano, responsabile relazioni esterne del Comando logistico Marina militare, Giuseppe Pittalis, capo delle operazioni e Andrea Pellegrino comandante della capitaneria di Pozzuoli hanno spiegato come si sarebbe proceduto per recuperare l’ordigno.

La bomba è stata sollevata con dei palloni aerostati a pelo d’acqua, facendola esplodere fuori dalle rotte navali.

Un black out è stato fatto scattare per evitare problemi di interferenze alle attrezzature, e tutto si è svolto in sicurezza come programmato.

Nella stessa giornata, nelle prime ore del mattino inoltre sono stati scoperti altri ordigni nel golfo flegreo: due bombe e un arsenale militare sono stati segnalati nei fondali.

Sono in corso verifiche a opera dei palombari della marina Militare per controllare che questo arsenale non sia di recente costituzione, magari per mano di criminalità organizzata che con l’uso di queste armi vuole imporre il racket in questa zona.

Fonte: Il Mattino



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