In Italia la legge sullo screening neonatale indica che ai bambini appena nati vengano somministrate delle analisi per scongiurare malattie gravi che possono portare disabilità o addirittura morte.
Fino ad oggi gli screening neonatali obbligatori erano per tre patologie, ovvero ipotiroidismo congenito, fibrosi cistica e fenilchetonuria.
In alcune regioni poi si concedevano ai piccoli anche analisi metaboliche allargate per altre patologie.
Da quest’anno però, con la legge di Stabilità per il 2014 (art. 1 comma 229) questo “allargamento” è divenuto obbligatorio su tutto il territorio nazionale.
Purtroppo però l’applicazione della legge passa per un decreto attuativo del Ministero della salute, cosa che ancora, e siamo a maggio, non è avvenuta.
La legge di Stabilità ha stanziato per questi screening 5 milioni di euro, che se non impiegati entro la fine del 2014 verranno destinati a diversi scopi, e questo tutto a svantaggio dei 500 mila bambini che ogni anno nascono in Italia, di cui solo un quarto ricevono screening metabolici allargati.
Paradossalmente la garanzia della salute in Italia è diversa a seconda della regione in cui si nasce.
Manuela Vaccarotto, vicepresidente di Aismme (l’Associazione italiana sostegno malattie metaboliche ereditarie onlus) dice:
“Non essendoci finora l’obbligo dello screening metabolico allargato, solo poche Regioni hanno scelto di offrirlo. Così, alcune, come la Toscana, lo prevedono per più di quaranta malattie; altre, come l’Emilia Romagna, per circa venti. Altre ancora sono ferme alle tre malattie previste dalla legge e qualche Regione non prevede nemmeno tutti i tre test già obbligatori da anni”.
Di cosa stiamo parlando?
Di un test che costa circa un euro per ogni malattia indagata, ovvero un totale di meno di venti euro a bambino, test che farebbero la differenza, e che potrebbero salvare molti da patologie gravi.
Una volta diagnosticata una di queste patologie il bambino potrebbe essere sottoposto a dei controlli, e intervenire con terapie adatte, che potrebbero risolversi anche soltanto in dieta appropriata o semplici accorgimenti, ma che garantirebbero di vivere una vita normale.
Gli screening inoltre, oltre a scongiurare disturbi neurologici definitivi potrebbero anche evitare le morti in culla, che contano ogni anno in Italia circa 300 vittime.
Fonte: corriere della sera