Chiara è la mamma di Ginevra.
Racconta la sua storia ai microfoni del TG1 (qui l’intervista integrale), una storia di malattia, di sofferenza, ma anche di speranza e infine di felicità
Ginevra adesso ha 14 mesi, ma quando ne aveva appena uno le venne diagnosticata una patologia epatica, alla quale senza un trapianto non sarebbe sopravvissuta.
Ginevra venne trasportata in ospedale per una banale apnea dovuta ad un reflusso di latte, ma dalle analisi emerse qualcosa di molto più grave: il fegato della piccola appariva compromesso.
Venne messa in lista d’attesa, ma dopo mesi che Ginevra aspettava, il fegato ancora non c’era.
All’età di sette mesi la svolta: alla madre propongono di donare lei parte del fegato alla sua bambina.
Il fegato è l’unico organo che può essere trapiantato da vivi, in quanto esso possiede una vera e propria spartizione di vene e arterie tra le due parti.
Inoltre è un organo che si rigenera, e già dopo 3-4 settimane dall’intervento, sia il fegato del donatore che quello del ricevente ritorna alle dimensioni d’origine.
Così è andata a Chiara e Ginevra: l’intervento è stato effettuato all’Ospedale bambino Gesù di Roma lo scorso mese di novembre, e adesso, dopo mesi passati tra ospedale e medicine, Ginevra è una bimba di un anno e due mesi, e cammina, gioca, va al parco coi genitori.
Certo la sua vita è ancora un controllo continuo e prende ancora molti farmaci, ma l’happy end, o il miracolo se si vuole, è arrivato anche per questa famiglia, che dopo la paura è tornata a sorridere.
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