La vita ti trasforma e ti modella e questo ne è un esempio abbastanza eclatante.
Nella foto che vi mostriamo potete vedere un ragazzino di 12 anni con uno sguardo acceso e vivace ma, nello stesso tempo, anche semplice e acqua e sapone, uno come tanti.
Una mascella volitiva e i capelli ribelli possono già far presagire il futuro di questa bomba della musica, destinata ad esplodere da lì a pochi anni.
L’infanzia di Marshall Bruce Mathers III non è stata facile: il padre abbandona presto la famiglia, la madre ha problemi di droga e vive in modo molto promiscuo nella città di Detroit dove vivono. Marshall è un ragazzino timido, spesso si assenta a scuola e, altrettanto spesso, è bersaglio di bulli più grandi e prepotenti.
Evidentemente il mondo che conosce fa in tempo a scavare e sedimentare dentro di lui e a generare quella potenza, anche verbale, che scaturisce dai testi delle sue canzoni.
La musica diventa il suo mondo e la sua valvola di sfogo, sui cui riversa le frustrazioni e la rabbia.
Nasce in questo fermento l’Eminem che conosciamo, che a torto a ragione, che amato o odiato per il suo carattere irascibile e il suo linguaggio diretto, resta comunque un grande nel suo genere.
E’ accusato di essere omofobo, razzista, misogino e fortemente polemico e critico nei confronti di molti suoi colleghi, per i quali arriva ad inscenare anche pesanti parodie. Neppure il presidente degli Stati Uniti Bush è immune alle sue sferzate.
Forse le cicatrici degli anni dell’infanzia e dell’adolescenza devono ancora rimarginarsi e quel giovane Marshall, che vediamo nella foto, deve ancora fare pace con se stesso.