Il lavoro di genitore non è mai facile, lo è ancora meno quando ha pochi modelli da seguire e quando deve affrontare la crescita di un bambino particolarmente sensibile e che ha difficoltà ad interagire, ad avere un comportamento “sociale” tradizionale.
In questo breve ma significativo filmato, in chiave di cartone animato ma più vero del vero, assistiamo ad una bellissima conversazione tra Joshua Littman, un bimbo di 12 anni affetto dalla sindrome di Asperger, una forma di autismo, e sua mamma Sarah.
Le domande di Joshua si susseguono ricche di pathos, avida ricerca di conferme e scarsa autostima. L’amore della mamma riesce, senza false lusinghe o affettazione, a rispondere in modo sincero, schietto e allo stesso tempo con un tatto incredibile.
Vi è una completa e biunivoca condivisione della propria anima, in un linguaggio semplice che riporta mamma e bimbo in un’unica e indivisibile relazione costruttiva.
Ecco la sfida più grande di un genitore: comprendere, svelarsi, condividere rimanendo un punto di riferimento solido.
Quando il figlio le chiede se lei ha nemici, lei svela un fatto che è vero per tutti: “ A volte il mio nemico peggiore sono io stessa”.
Joshua fa domande dirette, le chiede se lei gli abbia mai mentito, se abbia mai pensato di non riuscire a farcela con un bambino e con un bambino come lui…
Emergono le differenze con la sorella Amy che la mamma cerca di spiegare in modo delicato e assolutamente ineccepibile. Lui pensa che la sorella piaccia a tutti e gli altri siano tutti molto più simili a Amy che a lui…
Sarah gli risponde che è solo perché ad Amy viene più spontaneo essere socievole perché non ha la sua sindrome, tutto qui, tutto semplicemente “normale”.
Joshua ha meno amici ma rapporti più costanti e forse profondi, Amy è più volubile nelle sue amicizie ma questo non la rende migliore, solo più simile alla maggior parte delle persone.
Poi, tra le altre, la domanda da un milione di euro: “Sono il bambino che avresti voluto? Ho disatteso le tue aspettative? Ho paura di averti deluso…”
La risposta della mamma è emozionante quanto semplice: “Non hai disatteso le mie aspettative, tu le hai superate, mi hai fatto crescere come madre, proprio perché non sei il tipo di bambino che viene preso a modello nei libri, tu sei di più! Tu pensi in modo anticonformista, e questo mi rende un genitore più creativo che può crescere di più, una persona migliore e ti ringrazierò sempre di questo! Sono fortunata ad averti come figlio!”