3 sono le tombe in cui può essere sepolta Roberta Ragusa e 3 sono le diverse ipotesi sull’occultamento del suo cadavere.
Il prossimo 17 aprile scadranno i termini delle indagini preliminari per il caso Ragusa.
Quali saranno le sorti di Antonio Logli? E’ plausibile che l’uomo venga rinviato a giudizio per l’omicidio e l’occultamento del cadavere di sua moglie Roberta. Il cerchio delle indagini pare infatti chiudersi intorno a lui.
Le indagini preliminari hanno fotografato un delitto passionale radicato nel dolore di un vecchio tradimento: l’autore sarebbe il marito innamorato di un’altra, non più appagato dal matrimonio ed insofferente; la vittima sarebbe una moglie ferita ma non abbastanza disposta a rinunciare alla famiglia.
Roberta Ragusa sarebbe morta!
In merito a questa presunzione ed in riferimento alla necessità di procedere contro il marito, Antonio Logli, il procuratore capo di Pisa, il Dottor Ugo Adinolfi, ha dichiarato: <<In base agli elementi che abbiamo in mano, non c’è spazio per interpretazioni diverse da questa>> (Cit. da “Giallo” – Cairo Editore n°14 del 9 Aprile 2014).
L’eventuale processo contro Antonio Logli, pur fondandosi su un’imputazione di omicidio ed occultamento di cadavere, parte senza il supporto importante di un elemento base: manca l’osservazione del corpo di Roberta.
Se Roberta Ragusa è morta, dov’è finito il suo cadavere?
Le ipotesi sono diverse, 3 sono quelle più plausibili e secondo alcuni commentatori tali possibili “tombe” meriterebbero una maggiore attenzione da parte degli investigatori.
C’è una botola nel cimitero di Orzignano dove i resti di Roberta potrebbero essere celati da sempre, potrebbero essere stati nascosti lì poche ore dopo la sua scomparsa.
Orzigliano è a San Giuliano Terme, esattamente in quella provincia di Pisa dove il dramma della Ragusa si è consumato e la botola “sospetta” si trova nello stesso cimitero in cui riposa la madre di Roberta.
Nel cimitero in questione vi sono 6 botole che celano antichi ossari con dentro grandi quantità di ossa abbandonate nelle fosse comuni.
Posto che gli eventuali resti di Roberta non sarebbero impossibili da identificare con i debiti controlli, va detto che un anonimo testimone si dice persino capace di indicare la botola in cui sono stati occultati i resti della Rgusa.
Nel rispetto del più assoluto anonimato questo testimone è stato contattato ed intervistato dal settimanale “Giallo” (“Giallo” – Cairo Editore n°14 del 9 Aprile 2014), l’uomo ha fornito dettagli non trascurabili in merito all’ipotesi che Roberta giaccia in quei luoghi.
1- Logli poteva entrare facilmente nella disponibilità delle chiavi del cimitero e quindi poteva accedervi indisturbato durante la notte.
Avrebbe potuto disporre di una copia delle chiavi in ragione del suo lavoro: il signor Antonio Logli è da molti anni un dipendente della società dei servizi del Comune;
2- delle 6 botole che coprono l’ossario di Orzignano Logli avrebbe scelto quella carica di fango e detriti, in essa l’occultamento e la decomposizione dei resti sarebbero stati facilitati.
Una delle 6 botole infatti è carica di fango, acqua e detriti a causa di un’infiltrazione ed essa è specificamente la botola indicata dal testimone ascoltato dal settimanale “Giallo”;
3- Logli è stato al cimitero di Orzignano il giorno dopo la scomparsa di Roberta.
Interrogato dagli inquirenti Antonio, in merito a questa tappa tra le lapidi, ha sostenuto di essere andato lì alla ricerca della moglie, convinto che Roberta potesse trovarsi sulla tomba della mamma scomparsa.
Lo scorso autunno nel cimitero di Orzignano sono stati ultimati dei lavori di ristrutturazione che hanno interessato anche le botole dell’ossario, tali botole sono state coperte con pesanti lastre di marmo. I responsabili del cimitero assicurano che tutti i debiti controlli sulle botole sono stati compiuti e di fatto ad Orzignano arrivarono anche gli inquirenti.
Ma al giornalista di “Giallo” il testimone riferisce con convinzione che la botola incriminata non sarebbe stata scandagliata.
A pochi metri da casa Logli ci sono un pozzo ed un forno, sono annessi ad un casolare abbandonato.
Se Logli ha ucciso Roberta e se lo ha fatto per strada (ipotesi avvalorata dalle testimonianze di Silvana Piampiani e Loris Gozi – testimoni chiave del caso Ragusa), il corpo della moglie potrebbe essere stato trasportato notte tempo proprio nel casolare e poi occultato nel pozzo o nel forno.
Il pozzo è stato chiuso con un a grata dopo la scomparsa di Roberta e nel periodo in cui le ricerche del corpo della donna erano continue ed intense.
Il forno, nonostante la presenza di detriti, potrebbe ancora essere messo in funzione.
L’ultima ipotetica “tomba” potrebbe essere il forno crematorio del cimitero di Pisa.
Rispetto a tale forno, abbandonato ed in disuso, qualcuno ha avanzato l’ipotesi che lì possa essere stato arso il corpo della Ragusa.
L’ipotesi si fonderebbe sul fatto che, stando alle registrazioni dei consumi del gas, tale forno avrebbe registrato un anomalo consumo di gas nella notte tra il13 ed il 19 gennaio 2012.
Subito gli inquirenti si sono chiesti se il forno fosse stato attivato. L’attivazione del forno è un’ipotesi da scartare, più probabilmente la registrazione del consumo di una ridotta quantità di gas rivela l’esistenza di una perdita nelle condutture. Per approfondimenti leggi anche: Roberta Ragusa la scioccante ipotesi sulla fine del suo cadavere.