Ho sempre pensato che una mamma che da botte ai propri figli subisce una sconfitta.
Io l’ho fatto, mi sono sentita una nullità, e mi sono ripromessa di non rifarlo.
Dare uno schiaffo ad un bambino perché non salti sul letto non solo è segno di debolezza, ma quasi sempre scaturisce da un momento di rabbia, raramente è dato “a scopo didattico”, quanto perché non ci si riesce a trattenere.
La violenza che si usa coi figli, scaturita dalla paura che si possano far male, o soltanto per far si che essi ascoltino le direttive dei genitori purtroppo spesso è fine a se stessa, e lo certifica anche il Journal of Pediatric Psychology.
Sulla rivista infatti è stato pubblicato uno studio condotto attraverso l’osservazione del comportamento di 63 famiglie con figli tra gli 8 e i 10 anni.
Jodie Plumer, ricercatrice che ha preso parte allo studio ha affermato: “Perfino i genitori dei bambini più irrequieti non vedono le situazioni pericolose e le madri si limitano a punirli senza soffermarsi nello spiegare perché tali giochi sono così a rischio. Il nostro studio dimostra che, quando le mamme si soffermano a parlare con i bambini, questi non ripetono l’errore”.
E’ vero, dalla ricerca è emerso che i bambini più agitati sono quelli più soggetti a finire al pronto soccorso, ma sono gli stessi che sono stati puniti più degli altri, anche fisicamente.
Lo afferma il dottor Marcello Lanari, direttore del reparto di pediatria e neonatologia dell’ospedale di Imola, nonchè direttore scientifico della rivista “Conoscere per Crescere”.
Purtroppo i dati della ricerca pubblicata sul Journal riguardano la società americana, ma anche in Italia la situazione non è tanto diversa: i genitori tendono ad essere distratti o assenti, e spesso questo finisce per mortificare il confronto, a totale vantaggio del rimprovero e della punizione, sicuramente più sbrigativa.
Ma se invece si inverte la rotta, e ci si dimostra attenti e pronti al dialogo anche l’atteggiamento dei bambini cambia in modo positivo.
Lanari continua:
“I bambini oggi sono tempestati tra film, cartoni e videogiochi abbastanza violenti in cui gli eroi saltano, sbattono, si buttano nel vuoto e ciò suggerisce loro che sono cose fattibili. Questi eroi inoltre non si fanno mai male, restano illesi. Ciò contribuisce a far perdere ai piccoli la percezione della loro reale e spiccata vulnerabilità. Un salto dal divano può essere pericoloso, così come lo sono i giochi di strada che invitano a saltare da ringhiere e scale e che talvolta diventano mode”.
Se i genitori intervenissero maggiormente, senza che i figli fossero lasciati a pascere davanti ad un monitor, anche in modo incisivo, spiegando loro i rischi di certe azioni certamente essi avrebbero un atteggiamento diverso di conseguenza.
A prova di questo anche la pubblicazione di un sondaggio richiesto da Save The Children, dal quale è emerso che più del 30% dei genitori si avvale di punizioni corporali nell’educazione dei figli, e il 50% di essi reputa che in fin dei conti male non fa.
Se però, studi e sondaggi a parte, tutti noi genitori pensassimo che in una discussione animata con un adulto non ci sogneremmo mai di dare uno schiaffo all’altro, forse il nostro punto di vista cambierebbe anche nei confronti dei nostri figli.
fonte: www.ansa.it
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