Perdonare significa accettare, accettare di andare oltre il risentimento e le emozioni negative provate e ricucire una relazione; perdonare non significa dimenticare: sarebbe un’utopia allontanare dalla propria mente un episodio toccante, nonché spunto di profonda riflessione.
Il perdono è una scelta dovuta alla fusione del binomio mente-cuore, all’interno del quale non è chiaro se vince la ragione o i sentimenti provati, si sa solo che c’è voglia di tornare a rivivere un rapporto sereno e magari ancora più forte dove si spera regneranno la fiducia ma soprattutto il rispetto.
Non è semplice accettare delle scuse, perché l’elemento “orgoglio” può giocare brutti scherzi; difatti ci possono essere degli individui che nonostante provino ancora affetto non riescono a sanare la ferita narcisistica che hanno subito.
Inoltre, altro motivo per cui non è facile perdonare consiste nel fatto che ci possono essere persone che potrebbero approfittarsi della bontà dell’”offeso”; difatti c’è chi, dopo aver chiesto scusa e aver ottenuto facilmente il perdono, persiste nella sua condotta scorretta in quanto consapevole del fatto che essa sarà capita.
Per tale motivo il perdono non è né un processo semplice né breve: è una capacità, frutto di un processo di conoscenza personale in cui predomin ano mille interrogativi, intrisi di delusione e rabbia verso se stessi e verso gli altri, concernenti le motivazioni e le circostanze che hanno spinto l’altro a commettere quel gesto sbagliato; se siamo dotati di questa capacità possiamo essere in grado di annullare le tensioni che si sono venute a creare, ma spesso la ferita è talmente profonda che anche se si sorvola sul torto che è stato inflitto, difficilmente ci si può riconciliare totalmente; spesso si utilizza il detto “me lo lego al dito!” proprio perché determinati gesti sono stati talmente gravi che difficilmente si dissolvono nella nostra mente; viceversa se si sorvola una situazione fastidiosa, senza che ci sia stato un vero e proprio chiarimento con tanto di scuse e perdono reciproco non è ipotizzabile che il legame sia totalmente pulito e scevro da qualunque strascico di rancore.
Altra questione riguarda il “quando” perdonare: non esiste un tempo predefinito, sarebbe un po’ fasullo perdonare subito perché sembrerebbe che ci sia un’impellente necessità di ricucire un rapporto; esistono dei modi e dei tempi assolutamente personali per sviscerare ed elaborare la situazione difficile che si è venuta a creare e se si ha la capacità di andare oltre l’impasse, perché prevale l’affetto, la stima e l’amore nei confronti di chi ha sbagliato, allora in quel caso ci si può andare avanti.
Da un punto di vista etimologico per-donare significa concedere un dono: non tutti riescono a concederlo perché vi sono molteplici variabili che non permettono di placare questa tensione; sarebbe comunque utile ricordare che rendersi conto che errare è umano, per tal motivo, assumere la consapevolezza che tutti possono compiere errori è un primo passo che possa facilitare una qualsiasi relazione.
Per concludere il Dr. Everett Worthington ha sviluppato un procedimento a 5 passi (REACH) per imparare a perdonare:
- R: Rievocare: riflettere sull’accaduto
- E: Empatia. mettersi nei panni del colpevole, capire perchè ha messo in atto quel comportamento
- A: Concedere il dono altruistico: ripensate ad un episodio che vi ha fatto sentire in colpa e verso cui siete stati perdonati
- C: Confermare: comunicate pubblicamente il vostro perdono.
- H: (in inglese sta per hold)saper Tenere fede al proprio perdono.