E’ intorno alla donna, moglie e madre, che si riscalda la famiglia;
è dall’attenzione e dalla cura che la donna impiega nella gestione del nucleo familiare che dipende la sua unità e la sua forza;
la mamma è l’angelo del focolare e in senso moderno ciò non significa solo che la donna sia tenuta ad adempiere alle faccende domestiche ma equivale a riconoscerle un ruolo centrale nelle dinamiche affettive e sentimentali della famiglia.
Posta questa importanza fondante della mamma nel contesto familiare, va detto anche che i genitori debbono rappresentare per i figli un modello di coerenza.
I giovani hanno bisogno di buoni esempi, anche gli insegnanti hanno il dovere di rappresentare un modello ideale ispirato alla coerenza e alla fermezza, alla lealtà e alla affidabilità.
In vero coerenza, fermezza, lealtà ed affidabilità dovrebbero essere valori assoluti che, nel corso di una vita intera, nessun individuo dovrebbe mai smarrire né tradire.
E questi principi puri dovrebbero essere incarnati persino dai politici.
Diciamo subito che genitori, insegnanti e politici sono però figure di riferimento differenti e di diverso valore.
Tutte le figure di riferimento riescono ad essere un buon esempio per i giovani?
Di fatto la coerenza è una qualità dell’uomo assai facile da descrivere a parole ma estremamente difficile da realizzare con fatti concreti e tangibili.
E’ in teoria coerente l’individuo che resta fedele alle sue posizioni di principio, di fatto, però, le evoluzioni dell’esistenza, a volte repentine ed a volte inattese, facilmente stravolgono i principi degli individui o quantomeno facilmente confondono le priorità personali.
Così capita sovente che tumultuose variazioni esistenziali scalfiscono l’ideale coerenza.
Ultimamente l’italiano medio si è più volte interrogato sulla coerenza del Premier Matteo Renzi:
è stato coerente nella sua ascesa al potere compiuta senza passare per le urne? E’ stato coerente nel pianificare lo scheletro della legge elettorale in accordo con Berlusconi (accordo stretto fuori dai Palazzi deputati a legiferare e quando ancora nessun titolo istituzionale legittimava un siffatto tavolo di discussione)? E’ stato coerente con la tanto decantata “rottamazione”? E’coerente pensare di governare a lungo spostando l’appuntamento elettotele e con esso la consultazione popolare?
Il settimanale “Chi” (Mondadori Editore, n°13 del 26 Marzo 2014) sposta l’attenzione dalla coerenza di Matteo Renzi alla coerenza della sua signora, la First Lady Agnese Landini.
- La moglie di Matteo Renzi è madre di 3 figli ed è una professoressa di lettere; appena dopo l’ “incoronazione a Premier” del marito, Agnese Landini in Renzi avrebbe dichiarato:”Per ora io e i ragazzi resteremo a Firenze, loro devono finire la scuola e io devo lavorare nell’istituto dove insegno” (dichiarazione riportata sulle pagine del suddetto settimanale – “Chi”, n°13 del 26 Marzo 2014).
- Tre settimane dopo l’insediamento del Premier Renzi, la professoressa Landini ha invece chiesto l’aspettativa.
Nessuno se l’aspettava?
“Chi” raccoglie fuori dai cancelli dell’istituto scolastico fiorentino il Poggio (Istituto Statale Santissima Annunziata), dove la prof Landini lavorava, moltissimi, sinceri e sentiti attestati di stima per la Prof.
Gli studenti ritraggono una professoressa moderna capace di stare dalla loro parte senza per questo minare la sua credibilità professionale. Infatti emerge il ritratto di una professionista severa nelle votazioni, esigente, rigida quando la partita si gioca sul piano della resa degli studenti, ma al contempo assolutamente umana, materna, pronta a raccogliere le confidenze degli allievi e capace di spronarli, sostenerli ed arricchirli come persone.
Non mancano, però, le critiche (in vero quelle non mancano mai). E sebbene la scelta della professoressa di lasciare la cattedra a metà anno scolastico sia stata apertamente contestata solo da pochi genitori, il settimanale “Chi” non si è fatto sfuggire delle dichiarazioni di disapprovazione:
“Lei aveva detto che sarebbe rimasta fino a fine anno e invece …”,
“I ragazzi prima di tutto non doveva lasciarli così …”
Nessuno se l’aspettava?
Ripeto la domanda perché ritengo che in questo quesito si celi il nodo della questione della “coerenza” della First Lady, questione che mi permetto di ritenere del tutto diversa dal problema della coerenza del marito Premier.
Agnese è una donna ed è una mamma come tale è il cuore pulsante della sua famiglia. Con buona probabilità quando ha dichiarato di essere pronta a rimanere a Firenze e di essere certa di proseguire in una vita normale non conosceva né poteva immaginare il grande tumulto esistenziale (pratico, organizzativo e pure emotivo) che stava per investirla.
Agnese ha scelto la famiglia, lo ha fatto non perché non sia un’insegnante coerente, ma perché è una donna ed è innanzitutto una madre.
Mi chiedo se le stesse persone che criticano la scelta di Agnese critichino anche la scelta di Marianna Madia, il ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione che a 8 mesi e più di gestazione ancora siede tra i banchi del neoeletto Governo.
Per molti il ministro sbaglia perché lavorando con un pancione così grande “tradisce” il suo ruolo di madre, allora non dovrebbe sbagliare Agnese Landini che ha fatto una scelta in nome della famiglia (compiuta probabilmente più per seguire i figli che non per presenziare alle attività del Premier).
Per parte mia ritengo che la famiglia, intesa come centro degli affetti, nucleo primario della società e scrigno del futuro del mondo, venga prima di ogni altra cosa non sia MAI sacrificabile. Coerentemente con questa opinione del tutto personale, non posso che essere dalla parte di Agnese, da mamma avrei compiuto la stessa scelta.
Il lavoro, la carriera professionale e l’occupazione produttiva di un individuo spesso coinvolgono altre esistenze, nel caso di Agnese coinvolgono gli studentim ma ciò non vuol dire che la famiglia perda o possa perdere la sua naturale centralità.
Strumentalizzare le scelte di una madre di famiglia, che come tante deve bilanciare i suoi impegni professionali con quelli del marito, mi pare ridicolo oltre che sconveniente e poco “femminista” (e lo dico senza colore o interesse poetico, personalmente non sono una sostenitrice del Premier né dei Governi “incaricati” o “sfuggiti alla partita elettorale”).
Molto più complesso e giustamente critico sarebbe il discorso sulla coerenza di Matteo Renzi e di chi lo ha preceduto, ma questa disquisizione se venisse compiuta qui cadrebbe nella trappola della polemica facile.
Il Premier e sua moglie in comune hanno “solo” la famiglia!
Agnese Landini ha chiesto l’aspettativa, che è un suo diritto da professionista e lavoratrice, facendolo ha inteso curare il suo nucleo familiare più da vicino a fronte di un nuovo e oneroso impegno professionale che ha coinvolto il marito e indirettamente tutti “i Renzi” (ovvero figli e moglie).
E’ auspicabile che la critica politica resti sempre sul piano della discussione sociale, economica o legislativa; è opportuno che la disquisizione sulla politica non si mischi alle discussioni familiari o sentimentali dei protagonisti perché se ciò avvenisse si scriverebbe di gosssip (e appunto non di politica).