Quando?
Adesso, presto, prima che sia tardi …
… bisogna che tutti sappiano che già troppo tempo si è perso nel silenzio, è trascorso nella accettazione e nello sconforto.
Ma di cosa stiamo parlando?
Quando per far cosa?
E quale tempo sarebbe stato sprecato?
Cosa sarebbe accaduto?
Stiamo parlando di Donne, del senso dell’essere femmina, del ruolo che Noi vogliamo avere nelle società.
Vogliamo essere sesso o ingegno, erotismo o idee. Vogliamo essere protagoniste o schiave?
Una nazione scrive la sua storia attraverso gli accadimenti politici, economici e culturali. L’Italia sta raccontando di intrecci tra sesso e potere, rapporti “sentimentali” e facili accessi nel mondo del lavoro e della politica, danaro e “piacere”.
L’Italia sta scrivendo pagine grigie in cui le donne sono associate non all’amore ma ad atti di possesso crudeli e avvilenti, atti che mercificano il piacere, atti che determinano un prezzo per ogni cosa ed ogni azione, atti che comperano e usano, atti che pagano e scambiano, atti che sporcano e sminuiscono. E le donne? Le donne appaiono come cose.
Se non ora quando? Ci stiamo domandando quando risorgere, quando parlare dei nostri talenti, quando affermare la nostra intelligenza e la forza che ci contraddistingue.
Il tempo sprecato è quello perso semplicemente ad indignare il fatto che poco spazio viene dato alle donne, che troppo spesso il corpo svaluta il cervello, che in molti ambienti il rosa è un colore sconosciuto.
Certo queste cose ce le siamo chieste, ma tali domande le abbiamo poste a tempo perso perché mai ad esse è seguito un vero urlo di rabbia e dolore.
Quante volte ci siamo interrogate sul perché la ragazza di turno nella trasmissione televisiva dovesse girare nuda, sul perché il film dovesse concedere il sesso esplicito per rendere una scena indimenticabile, sul perché il seno dovesse sempre uscire dal vestito e sul, diverso ma uguale, perché le poltrone rosa dovessero essere tanto poche?
Quanto volte ci siamo lamentate per l’assenza di una politica della famiglia, di un welfare serio e di una rappresentanza femminile attiva?
Allora se non adesso quando? Ora è il momento di gridare <<Basta>>, è il momento di riprendere gli spazi che ci vengono preclusi.
Cosa è accaduto? È successo che le coscienze si sono assuefatte ed i valori sono stati sviliti, così è divenuto normale che le donne si sacrifichino, che rinuncino al lavoro per i figli, che si pieghino al compromesso ed a volte persino che si svendano … vendere la mente se non il corpo, l’energia se non il cuore è comunque un vendere se stesse.
È accaduto che dei corpi giovani alla ricerca di successo siano stati prezzati e non apprezzati, pagati e non ripagati, usati e non considerati. È accaduto che un messaggio infido sia passato: il corpo vale come mezzo e strumento, la donna vale se ne ha uno sfruttabile e che voglia sfruttare.
In pratica si è data l’idea che la Donna sia e possa essere se ha un buon seno, gambe belle, se è giovane e disponibile … ma il resto? Tutto quello che c’è dentro? Cosa si chiede di presentare e curare? L’apparire o l’essere.
Questo non è un discorso morale; è un discorso di valore culturale: cosa è più alto, cosa innalzerà le nostre figlie quando cresceranno, il sedere o il cervello renderà loro il futuro? Le bambine di oggi, le figlie di questa Italia diverranno persone grandi per l’essere o per l’apparire?
Se qualche Donna usa il proprio corpo per ottenere dei benefici “materiali”, facendolo lede la propria anima, va a discapito del suo cuore.
Di fatto, quando una qualunque donna sceglie il corpo come strumento di successo viola la libertà altrui. In pratica abusando del suo sesso mortifica la competenza di chi, volendo usare la testa, le idee e la cultura, non ha, invece, accesso a quegli stessi benefici. Ciò avviene perché i benefici di cui parliamo sono divenuti prezzo di prestazioni ambigue e dubbie, l’accesso ad essi pare dipendere da concessioni sessuali. In pratica un certo uso materiale della femminilità assicurerebbe regali privilegiati, successi a cui raramente e con fatica si arriva attraverso il duro lavoro di testa e di cuore.
Ma le menti ancora non sono piegate, la società, per quanto incantata dai falsi miti costruiti e propagandati dai media, ha ancora un cuore ed un’anima vivi ed emozionati, capaci di urlare … e se non adesso quando? Quando riconosce, malgrado tutto, alla Donna la sua potenza, l’eccellenza della maternità, l’energia della vita, l’eclettismo della mente e la fantasia del cuore, nonché la versatilità dell’ingegno.
Oggi l’Italia è Rosa, ieri le donne sono scese nelle piazze per affermare se stesse. Le Donne manifestano per le Donne, per il riconoscimento della dignità femminile, affinché si dia spazio al talento dell’essere pensiero, astuzia, competenza, idea più che al potere erotico e seduttivo del corpo, perché si riconosca la supremazia del valore e del merito, per combattere ogni sorta di strumentalizzazione e mercificazione del corpo.
Alla marcia per le strade è importantissimo associare una marcia culturale che segua tutti i canali della comunicazione, che invada anche la rete. Tutte dovremmo rispondere “Adesso” alla domanda “e non ora quando?”
Ciascuna di noi deve trovare il perché del proprio adesso … io dico: << Adesso perché è il momento di assicurare un futuro più giusto ai nostri figli>>
Quale ragione c’è dentro il tuoi Adesso?