Vari e diversificati gli studi inerenti i possibili danni che un eccessivo consumo (per taluni soggetti si parla addirittura di un vero e proprio abuso – ndr) dei così detti soft drink, bevande analcoliche zuccherate, potrebbero recare all’organismo umano.
Preoccupati dal sempre più crescente uso di tali prodotti da parte dei consumatori, soprattutto i più giovani, molti ricercatori, attraverso vari studi, hanno più volte argomentato gli effetti nocivi causati, come detto in precedenza, dal consumo non ponderato e misurato.
La cospicua presenza di zuccheri all’interno di queste bevande infatti può comportare un aumento dell’insulina, ormone che ha il compito di mantenere nella norma i livelli di glicemia nel sangue, ossia impedisce al nostro corpo di andare in overdose di zuccheri.
Quando l’apporto di zucchero è eccessivo, il pancreas, organo “incaricato” della produzione di insulina, è costretto ad un “lavoro extra”, impegno che, a lungo andare, contribuisce al suo affaticamento.
Ma quanto appena illustrato non sarebbe l’unico danno subito dal nostro organismo.
Infatti, secondo una ricerca effettuata da Jane Franklin, e dalla collega Jennifer Cornish, entrambi operatori del laboratorio di Neurofarmacologia comportamentale della Macquarie University di Sydney (Australia), assumere frequentemente bibite gassate e zuccherate potrebbe avere effetti negativi sulle funzioni delle proteine presenti nel cervello.
Lo studio, presentato nel novembre 2013 al Society for Neuroscience a San Diego (California), e riportato nello stesso periodo sul settimanale scientifico “New Scientist”, si è svolto su un campione di 24 ratti.
Suddivisi in due gruppi, per 26 giorni alle cavie è stata somministrata della semplice acqua (primo gruppo) e dell’acqua contenente il 10% di zucchero (secondo gruppo), l’equivalente circa di una lattina di soft drink.
Al termine dell’esperimento, i ricercatori hanno appurato un’iperattività nelle cavie alle quali era stato somministrato lo zucchero.
“L’iperattività è un segno fisico che qualcosa di insolito sta accadendo nel cervello” – ha spiegato Franklin.
Per capire meglio cosa fosse accaduto, i ricercatori, secondo quanto riportato sul portale New Scientist, ha provveduto ad esaminare la corteccia prefrontale orbitale dei topi. Ne è emerso che delle 1373 proteine identificate nel tessuto analizzato, messe a confronto con quelle elaborate in una preesistente banca dati, 290 risultavano modificate.
Tali cambiamenti, come è possibile presupporre, sono stati riscontrati soltanto nei topi che avevano bevuto bevande zuccherate.
“Questo cambiamento è molto più di quanto ci aspettassimo – ha dichiarato Franklin – I risultati ci dicono che l’esposizione allo zucchero può potenzialmente cambiare molti diversi processi biologici e svolgere un importante ruolo nei disordini neurologici. Non siamo ancora in grado di dire che questi cambiamenti possano causare malattie associate, ma è un avvertimento, dobbiamo studiare in modo più approfondito questo collegamento”.
Gli esperti quindi raccomandano, soprattutto nei bambini, di ridurre, se non limitare, il consumo di bevande zuccherate e gassate, sostituendole magari con succhi di frutta fatti in casa, realizzati con frutta di stagione.