Dopo 410 giorni di detenzione, ben 14 mesi, Fabrizio Corona ha firmato una lettera dal carcere indirizzata all’amico Alfonso Signorini e ora resa pubblica sulle pagine del settimanale “Chi” ( Mondadori Editore n°12 del 19 marzo 2014)
Lunedì 10 febbraio 2014 qualche cosa di importante e decisivo è accaduto nella vita di Fabrizio Corona: una sentenza dell Gip di Milano, chiamato a pronunciarsi su un’istanza dei legali dell’ex re dei paparazzi, ha statuito che la pena inflitta al fotografo andava rideterminata. Così, grazie a questa decisione giudiziale, la condanna di corona è stata ridotta, dal cumulo delle pene sono stati scalati 4 anni e 2 mesi.
Allo stato attuale la condanna di Fabrizio Corona non corrisponde più a 13 anni e 2 mesi di carcere ma è pari a 9 anni.
Nella missiva indirizzata al direttore di “Chi” si intravede lo stato d’animo di Fabrizio Corona ed è quasi inequivocabile che l’ex re dei paparazzi (da “condannato ad una pena esemplare”, qual’è) abbai percepito nella decisione del gip un primo riconoscimento di giustizia.
<<In questo momento sono nei termini per chiedere una pena alternativa, ma non ho fretta>>, scrive l’uomo Fabrizio che in queste parole pare del tutto lontano dall’immagine spregiudicata che l’opinione pubblica conserva di lui.
Una pena alternativa potrebbe aprire (in tutto o in parte) le porte del carcere e proiettare Corona verso la vita “libera”, per quale motivo allora il fotografo dei vip dice di non avere fretta?
Lo spiega Fabrizio stesso nella lettera a Signorini, appena qualche passaggio dopo racconta di un muro della sua cella, quello accanto al letto (quello cioè più vicino alle speranze dei sogni e al battito del cuore che nelle notti solitarie echeggia sempre più insistente e forte, ndr.): sulla parete a fianco alla branda dove riposa, Fabrizio tiene “4 categorie di immagini fotografiche” (forse 4 specie di memorie affettive, ndr.): il figlio, “i suoi ragazzi” ovvero i colleghi e gli amici che con lui soffrono dal primo giorno di reclusione, la sua moto e un biglietto molto speciale.
Il biglietto è firmato dall’assistente sociale che segue Fabrizio e ricorda e contine un augurio assolutamente particolare, c’è scritto questo: “Il mio augurio è che lei un giorno possa sentire il silenzio del mare”.
Questo Fabrizio, prossimo ai 40 anni che compirà in carcere il 289 marzo, appare un uomo che, lontano dalla corruzione morale della sua vecchia vita, sembra veramente alla ricerca di una libertà più intima e personale che non materiale.
“Uscirò e mi Riprenderò ciò che ho capito di volere veramente”, afferma Corona.
Dopo aver letto l’intera lettera (che negli stralci non ha l’effetto complessivo della pubblicazione su “Chi”), personalmente ritengo che in quel muro, descritto con tanta intensità emotiva da Corona, ci sia il ritratto immaginato e sperato di un nuovo Fabrizio. E questo tentativo di rinnovamento, del tutto fiero e dignitoso, resta un fatto innegabile che va riconosciuto a quest’uomo in maniera del tutto indipendente dall’opinione personale sul “fotografo dei vip” e sulla sua vicenda giudiziaria.
Oggi Corona testimonia la fragilità della vita umana intesa in termini puramente materiali e riporta l’attenzione di tutti sull’inutilità del successo spietato, spregiudicato e forzosamente anticonformista: grazie al coraggio di un uomo che racconta il suo dramma, quel muro accanto a quel letto ci dimostra che nella vita esistono delle cose importanti per cui combattere e che sempre tali cose sono accomunate da un fattore solo l’ “Amore” … l’ “Amore”, l’unica cosa che nessuno può mai togliere all’uomo!