Recentemente il mio rapporto morale col cancro è cambiato, sino a qualche mese fa non sentivo il “cancro come una responsabilità sociale di ogni mamma” perché semplicemente mi trinceravo dietro l’enorme fortuna di non conoscerlo.
Poi nella mia anima qualche cosa è cambiata e adesso quando si parla di cancro io, in maniera del tutto personale, sento il dovere morale di affermare che questa malattia, soprattutto quando tocca i bambini, deve essere assunta da ogni madre come una responsabilità sociale, reale, impegnativa e seria.
Una bambina dell’età di mio figlio, nella stessa struttura scolastica del mio bambino si è ammalata. Questa notizia mi ha sconvolta perché mi ha dimostrato che nella vita il male può passarti così tanto vicino da sfiorarti.
Da quando ho appreso questa notizia in me è invalso il desiderio di aiutare: il solo aiuto possibile è quello materiale e si chiama donazione.
Bambina di 3 anni commuove il mondo: dà una lezione di vita a tutti facendo questo
La donazione può avere molte forme e può rivolgersi alla ricerca, alle strutture di assistenza o alle persone fisiche vittime del male, se e quando siano conosciute.
Io non riesco a ricordare chi è fisicamente quella bimba o che volto abbia; e, scavando tra i ricordi dei giorni trascorsi ad attendere i bambini fuori i cancelli dell’istituto, il suo viso si confonde tra i tanti volti dei piccoli scolari. Ma, sebbene non abbia condiviso né con lei né con la sua mamma alcun momento, sebbene il suo nome si sia legato solo all’assurda notizia, io oggi da mamma dico, senza timore di sbagliare, “donate, mettete la vostra fortuna al servizio di che dalla fortuna è stato tradito e abbandonato”.
Emily è una bambina di 3 anni che sta commuovendo il mondo per una donazione fatta in favore dei bimbi malati i cancro, una donazione molto speciale compiuta con modalità del tutto eccezionali.
Uno degli aspetti più delicati del cancro è per i piccoli pazienti la perdita dei capelli.
I bambini che perdono i capelli, a seguito dei trattamenti farmacologici e chemioterapici, subiscono un “danno morale” enorme perché la perdita dei capelli li rende costantemente consapevoli della loro condizione di malati ed esprime immediatamente questa condizione all’esterno.
Coprire il capo calvo aiuta i bambini ad uscire a testa alta nel mondo, li sprona a non perdere la vita di cui possono disporre, godere e beneficiare negli intervalli della cura, li aiuta a ritrovare il coraggio e la forza.
Ma le parrucche hanno costi anche elevati.
Emily aveva capelli abbastanza lunghi, sufficienti a fare una parrucca da destinare ad una bambina malata della sua stessa età.
Col sostegno e l’aiuto dello zio parrucchiere, la bambina ha tagliato la sua chioma e l’ha spedita ad un’associazione che si occupa di raccogliere i capelli donati per farne parrucche da regalare ai bambini malati di cancro.
L’esempio di Emily non è assoluto: si può donare in moltissimi modi, ciò che conta è farlo in qualche modo, nel modo a noi più confacente.
Il video racconta che la storia di questa bambina è da vedere e condividere nella speranza che ciascuno a proprio modo tagga esempio da Emily e metta la propria fortuna a disposizione del prossimo.
“Sono capelli, ricresceranno”, ha detto la piccola dopo aver rinunciato alla sua chioma… quando il destino, Dio, la fortuna o il fato (che dir si voglia) danno all’essere umano la salute tutto il resto non conta perché le cose materiali si aggiustano, si cambiano, si riparano ma la salute no, essa è un dono fondamentale per la vita ed è un elemento essenziale della felicità umana.
Articolo aggiornato al 5 Giugno 2021