Il 90% delle aggressioni online ha come bersaglio delle donne; un’adolescente su 10 riceve messaggi sessuali sul proprio profilo Facebook (dati raccolti e pubblicati dalla polizia di postale).
Facebook è per definizione un social network che tradotto in un gergo comune e ordinario significa una piazza di scambio e condivisione tra individui diversi che si incontrano e si confrontano in rete.
In questo senso Facebook è un micromondo in cui tutto può accadere ed ove coesistono individui diversi, ma rispetto alla realtà il social manca dell’elemento corporeo e materiale, del confronto viso a viso, dello sguardo e del rapporto fisico e spaziale. Questa mancanza non è di poco conto, essa determina una maggiore istintualità nelle reazioni emotive. Anche per questo aumentano le liti, sembrano più eclatanti le dichiarazioni d’amore e fanno più rumore le reazioni di rabbia e le mancanze di rispetto.
L’anonimato, che è diretta conseguenza dell’assenza di fisicità in rete, determina spesso atti (immateriali) di violenza privata: moltissime sono le persone minacciate su Facebook, pressate da aguzzini sconosciuti e non o oppure da molestatori alla ricerca di facili prede.
Denunciare alla polizia postale è la prima regola da seguire quando sul profilo Facebook (o in genere su un profilo social) irrompe un molestatore. Le tracce informatiche sono difficili da cancellare e facilmente si risale all’identità dello stalker.
Diva e Donna (Cairo Editore, n°9 del 4 Marzo 2014) raccoglie le testimonianze di diverse donne famose vittime di accuse, insulti e persecuzioni in rete.
Tra tutte colpisce la testimonianza di Emma Marrone, 29 anni, celebre e popolarissima cantante, ha confessato di avere ricevuto su Facebook anche minacce di morte.
<<Mi è capitato di ricevere messaggi bellissimi, ma anche cose irripetibili, insulti e minacce di morte>>, così ha dichiarato Emma.
Lo stalker di Michelle Hunziker è stato rintracciato ed incastrato anche grazie ad una mail. Il coraggio che queste donne manifestano nel denunciare gli atti di oppressione che subiscono in rete deve essere un esempio per tutte e deve spingere chiunque subisca una qualunque violenza alla denuncia.
Le donne sono un bene prezioso: nessuno può negare che la donna sia natura e che attraverso essa la vita dolcemente e delicatamente si rigeneri nella nascita e nell’amore cono cui le madri crescono e curano i figli. Già solo per questo intimo essere della donna ella andrebbe sempre rispettata e mai violata.
Uscire dai social o negarli non è un buon modo per reagire alla violenza (subita e temuta), i network fanno parte della vita attuale e del futuro del mondo quindi la migliore strategia per vivere e crescere positivamente nella modernità non è negarla ma imparare a gestirla.
E qui, ancora una volta, è fondamentale il ruolo delle donne che da madri hanno il delicato compito di educare i figli al rispetto.
I bambini vanno educati sempre al rispetto dell’altro qualunque sia il suo genere sessuale, la sua vita personale, il suo aspetto, il suo credo religioso o la sua ispirazione politica.
L’educazione all’amore ed al rispetto è la sola vera chiave di volta che può cambiare il mondo attraverso la crescita corretta e giusta delle generazioni future.