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Quando le ho viste ho pensato che fossero persone normali e invece

di Maria Corbisiero

26 Febbraio 2014

Capelli del colore dell’argento dai bianchi riflessi, occhi circondati dalle rughe che mettono in risalto il trascorrere del tempo e l’avanzare della vita. Sguardi che indagano, scrutano e sembrano sentenziare un giudizio verso l’oggetto motivo della discussione.
Questa è la descrizione di una delle opere dell’australiano Ron Mueck, scultore iperrealista autore di opere gigantesche che riprendono comuni scene di vita “viva” ma resa immortale.

 

La testa gigante ultra realistica di Ron Mueck esposta nel Museo di Arte Moderna di San Francisco nell’Agosto 2019

La testa gigante ultra realistica di Ron Mueck esposta nel Museo di Arte Moderna di San Francisco nell’Agosto 2019
Foto diritto d’autore: Taner Muhlis Karagüzel© 123RF.com – ID Immagine: 133326510 con licenza d’uso.

Le sculture iperrealiste di Ron Mueck.

 

A prima vista, le sculture di Ron Mueck sembrano delle persone in carne ed ossa, osservando le immagini qui di seguito proposte – tra cui le due donne anziane qui sopra descritte, la mamma con il bambino che fa la spesa, i due ragazzi, l’uomo anziano, ecc. – l’occhio potrà essere facilmente tratto in inganno dai meticolosi e ricchi dettagli con cui l’artista realizza le sue opere.

 

Classe 1958, Ron Mueck è nato a Melbourne, in Australia, ma si è trasferito a Londra nei primi anni del nuovo millennio per motivi di lavoro.
Cresciuto artisticamente come modellista e burattinaio, la sua carriera ha avuto inizio come realizzatore di personaggi televisivi e cinematografici, tra cui i personaggi fantastici del film “Labyrinth – Dove tutto è possibile”, pellicola del 1986 interpretata da David Bowie e Jennifer Connelly, per la quale Mueck divenne anche doppiatore prestando la voce a Bubo, un gigante buono.

 

Il suo operato come scultore ha inizio nel 1996, i suoi modelli sono inizialmente scolpiti con la creta e “ricalcati” con il gesso così da formare uno stampo che, successivamente, servirà a modellare l’argilla mescolata al silicone, alla resina e alle fibre di vetro.
Il risultato finale, come detto in precedenza, sono sculture iperrealistiche curate nei minimi particolari, opere naturali e allo stesso tempo scioccanti, come il bambino appena nato gigante a cui non è stato ancora staccato il cordone ombelicale e che presenta sulla pelle alcune macchie di sangue del parto.

 

 

Restio a rilasciare interviste, Ron Mueck preferisce che siano le sue opere a parlare per lui e raccontarsi attraverso la loro reale e scioccante bellezza.

 

 

Pensierosi ed assorti nei loro pensieri, alcune opere mostra una velata sofferenza, una quotidianità quasi disperata.

 

 

Tra i vari materiali utilizzati dall’artista vi sono il crine di cavallo, utilizzato soprattutto per la realizzazione dei capelli, e vari tipi di stoffa tra cui il cotone.

 

 

Cosa ne pensate di queste opere?

 

 


 

Articolo aggiornato al 31 Maggio 2021



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