Qualche giorno fa tre scosse di magnitudo 1.8 e 1.9 si sono ripetute a distanza di 3 giorni al Vesuvio e puntuale sul web è scattato l’allarme ed il terrore per una imminente catastrofe, tanto da far intervenire anche l’INGV dell’Osservatorio Vesuviano che ha precisato che le notizie allarmistiche circa lo stato del Vesuvio sono “assolutamente prive di ogni fondamento” e che “lo stato del Vesuvio è più o meno costantemente lo stesso dal 1944 (ossia quiescente) ed il vulcano non dà alcun segnale che potrebbe far pensare ad una imminente ripresa di attività eruttiva”.
Nonostante queste rassicurazioni, la paura che il Vesuvio sia pronto ad eruttare prevale sulla ragione ed il web rispolvera ad hoc gli scenari catastrofici resi noti in uno studio di qualche anno fa del vulcanologo della New York University Flavio Dobran.
«All’improvviso il Vesuvio che sonnecchia dal 1944 esploderà con una potenza mai vista. Una colonna di gas, cenere e lapilli s’innalzerà per duemila metri sopra il cratere. Valanghe di fuoco rotoleranno sui fianchi del vulcano alla velocità di 100 metri al secondo e una temperatura di 1000 gradi centigradi, distruggendo l’intero paesaggio in un raggio di sette chilometri, spazzando via case, bruciando alberi, asfissiando animali, uccidendo forse un milione di esseri umani. Il tutto, in appena 15 minuti».
All’improvviso il Vesuvio esploderà, sì, ma quando?
Nel suo studio, Dobran non indica alcuna data certa. Sa che non può farlo. Ma dice “con certezza” che questo momento arriverà:
«La conferma viene dalla storia: le eruzioni su larga scala arrivano una volta ogni millennio. Quelle su media scala una volta ogni 4-5 secoli. Quelle su piccola scala ogni 30 anni. Ebbene, l’ultima gigantesca eruzione su larga scala è quella descritta da Plinio il Vecchio: quella che il 24 agosto del 79 dopo Cristo distrusse Ercolano e Pompei uccidendo più di duemila persone. La più recente eruzione su media scala è quella del 1631, che rase al suolo Torre del Greco e Torre Annunziata, facendo 4mila morti in poche ore».
Le previsioni di Dobran, frutto di approfonditi studi effettuati attorno all’Etna e al Vesuvio, in realtà non dicono nulla di nuovo, ma fanno risvegliare la paura.
Il mondo scientifico sa, già da molti anni, che il Vesuvio è uno tra i vulcani a più alto rischio nel mondo a causa del suo stile eruttivo, prevalentemente esplosivo, e, pur non sapendo quando, si risveglierà con un’eruzione simile a quella di Pompei.
Gli scienziati dell’Osservatorio Vesuviano, che è una struttura di altissimo livello, monitorano 24 h su 24 l’attività del Vesuvio ed assicurano che il vulcano darà molti segnali che faranno capire che sta per eruttare. Ma il problema, comunque, è che non è possibile sapere quanto tempo passerà dai segnali precursori fino all’eruzione.