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Famosa Donna dello Spettacolo Costretta ad una Vita da Inferno: “Da 4 anni Non Vivo Più per Colpa di …”

La vita di ciascun individuo trova nella casa e negli affetti familiari la sua prima e massima espressione. Non è un caso che comunemente si dica che la famiglia viene prima di ogni altra cosa o che si lavora con fatica per i figli prima che per se stessi. Ciò ...

di Federica Federico

20 Febbraio 2014

stalker

La vita di ciascun individuo trova nella casa e negli affetti familiari la sua prima e massima espressione. Non è un caso che comunemente si dica che la famiglia viene prima di ogni altra cosa o che si lavora con fatica per i figli prima che per se stessi. Ciò che si fa fuori dalla casa, nella vita pubblica e nel lavoro, è un corollario della vita privata ma chiunque nell’intimità della propria famiglia riesce a sintetizzare ed esprimere pienamente e con la massima sincerità ogni suo sentimento.

Detto questo è facile percepire che monica leofreddiqualsiasi violazione del nido familiare da parete di estranei diventa o può diventare una ferita psicologica difficile da sanare.

Negli ultimi anni è cresciuta la cultura legale e sociale della privacy e si sono imposte all’attenzione dell’opinione pubblica nuove figure delittuose come lo stalking.

Lo stalker è colui che perseguita, ossessiona e letteralmente incalza la sua vittima ledendone l’intimità, inducendola all’ansia, instillando la paura, il tutto in aperta violazione della privacy personale.

Chiunque può essere vittima di stalking.

Lo è da 4 anni a questa parte Monica Leofreddi, ex presentatrice a tutt’oggi volto noto della Tv italiana.

L’esposizione mediatica dei personaggi pubblici facilita ed aggrava l’aggressione dello stalker, questo è certo! Ma prima di ogni disquisizione sul caso specifico va sottolineato che lo stalking è un male sociale trasversale ed aggressivo che può radicarsi in qualunque contesto sociale.

La storia di Monica Leofreddi dimostra che l’azione di uno stolker può essere così insidiosa, perseverante e meschina da rovinare la vita della vittima costringendola ad un giogo psicologico disumano e alienante.

Denunciare, è questa la parola d’ordine ed è questa la sola arma che le vittime hanno per apprestare una pronta ed efficace tutela per se stesse e per la propria famiglia.

Ma procediamo con ordine.

Monica Leofreddi si è ritirata dal piccolo schermo per fare la mamma, ha 48 anni e da 4 è mamma di Riccardo, 2 anni dopo è diventata madre per una seconda volta dando alla luce Beatrice. Riccardo e Beatrice nascono dall’unione con Gianluca Delli Ficorelli.

La famiglia è stato il sogno di Monica, un’ambizione che la Leofreddi stava realizzando con piena soddisfazione. Ma a turbare l’idillio è arrivato l’incubo dello stalking: in questo caso l’incubo è un uomo di 60 anni, un perfetto estraneo che Monica non conosceva prima dell’inferno in cui ora è piombata.

Nel 2010 quest’individuo si “invaghisce” della Leofreddi e nella sua mente distorta matura per lei un’ossessione vera e propria per cui incomincia a cercare in ogni modo di usurparle la vita.

Dal 2010 Monica viene seguita, attesa per ore in strada sotto la propria abitazione, inseguita sino a casa dei propri genitori.

<<Ho cambiato casa 3 volte ma lui, non si sa come, è sempre riuscito a ritrovarmi>>, così Monica Leofreddi racconta al settimanali “Giallo” (N°7 del 19 febbraio 2014 Cairo Editore) un aspetto chiave della vicenda ovvero la fuga dallo stalker.

stalkingLa fuga è null’altro che il tentativo di liberarsi dallo stalker facendo perdere le tracce di sé, è un tentativo disperato che nasce dalla impossibilità di tollerare l’invasione del proprio privato. C’è però da dire che è anche un tentativo spesso fallimentare.

La Leofreddi ha cambiato 3 volte la sua abitazione ed ha anche trasferito suo figlio in un’altra scuola perché il giardino dove i bambini giocavano risultava troppo visibile dalla strada. A nulla però sono valse le precauzioni di Monica.

Il suo stalker è arrivato a fare ciò che nessuna donna si aspetterebbe mai: quest’uomo (di cui il settimanale Giallo, con ogni responsabilità editoriale, dichiara anche nome e cognome) ha adito il Tribunale dei Minori asserendo di essere il padre naturale di Riccardo, primogenito di Monica.

La giustizia, che spesso è fatta di contraddizioni insanabili, ha deluso e ferito la Leofreddi quando lei, la vittima, è stata convocata dal tribunale minorile per rendere conto dinnanzi al giudice del perché non facesse vedere il figlio al presunto padre naturale. Ebbene sì, è accaduto esattamente questo: lo stalker si è finto dinnanzi ai giudici minorili padre naturale di Riccardo ed i giudici, senza incrociare alcun dato giudiziario, quindi ignari delle denuncie a carico dell’uomo, hanno convocato la Leofreddi che da vittima è diventata “accusata”.

Al settimanale “Giallo” Monica dichiara: << In quel momento ho avuto veramente paura, perché mi sembrava che la giustizia tutelasse più le follie di uno stalker e ignorasse, invece, le mie ripetute denuncie>>.

Il papà di Monica è morto senza poter salutare i suoi nipoti, lo stalker era appostato fuori casa Leofreddi e ciò ha impedito un ultimo affettuoso e dolce saluto ad un padre e ad un nonno.

Detto questo nulla più c’è da aggiungere se non l’auspicio di una politica ancora più dura e stringente in tema di stalking perché la vita è un bene inviolabile non solo fisicamente ma anche psicologicamente e perché l’usurpazione della privacy può aprire la strada a violazioni fisiche anche gravi.



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