Sanremo 2014 la kermesse canora non ha ancora preso il via quando il sipario che cela il palcoscenico dell’Ariston si blocca: il sipario non si apre e Fabio Fazio è chiamato ad improvvisare.
Il sipario bloccato non è però nulla in confronto a ciò che sta per accadere: durante il monologo d’apertura del festival Fabio Fazio viene interrotto da due uomini che minacciano di suicidarsi in diretta all’interno del teatro dell’Ariston.
La macchina operativa del festival e il suo conduttore (oramai “navigato”) vengono interrotti, bloccati e scossi da un evento scioccante: due lavoratori campani si arrampicano su una struttura dell’area tecnica, una pedana per il controllo delle luci, e sospesi sopra le teste degli spettatori in platea minacciano di volare giù.
La richiesta è chiara:
questi due uomini, italiani e lavoratori vogliono, pretendono e chiedono che i riflettori si accendano sull’Italia sbranata dalla crisi, quella che non arriva alla fine del mese, quella che non percepisce più lo stipendio da parecchio tempo, quella che ha perso il lavoro e che adesso vive nella miseria e nello sconforto.
Qualcuno ha avanzato un paragone: Fazio come Pippo Baudo ai tempi del tentato suicidio nello stesso teatro. Personalmente credo che questo parallelismo sia sminuente: il gesto dei due lavoratori è serissimo e rappresenta l’opposizione dei cittadini al sistema Italia per quello che è ora e per il modo in cui sta affrontando la crisi economica.
I due disoccupati abbarbicati all’impalcatura dell’Ariston hanno barattato la loro resa con la promessa della lettura di una lettera – denuncia.
La lettera è volata giù dall’impalcatura e i fogli bianchi hanno fluttuato nell’aria per raggiungere le mani del conduttore: quando ciò è accaduto Fabio Fazio stava recitando, appunto in apertura del festival, un monologo dedicato alla bellezza naturale del nostro paese e partiva con un riferimento al treno deragliato.
Forse il conduttore, sulla scorta di quei fogli bianchi liberati nell’aria come colombe di pace, avrebbe potuto trasformare il suo monologo in qualche cosa di più: un discorso sociale sulle contraddizioni del Paese Italia. Ma così non è stato, una volta messi in sicurezza i due lavoratori Fazio ci ha tenuto a precisare che il festival nasce come un’occasione gioiosa e deve rimanere ciò che è ovvero un momento di spensieratezza. Così il festival è andato avanti quasi come se nulla fosse accaduto.
Ma cosa contiene quella lettera e perché ha mosso un così grande ed eclatante gesto?
La lettera è una denuncia scritta per esporre la drammatica situazione di non pochi lavoratori di Napoli, Pompei e Caserta, cittadini italiani che da 16 mesi tornano a casa senza stipendio ovvero senza danari per sostenere le proprie famiglie.
È una missiva rivolta alle istituzioni, probabilmente è figlia della disperazione, dell’isolamento e della miseria. E probabilmente è arrivata sul palco dell’Ariston in condizioni così estreme perché l’italiano medio si sta impoverendo e, in una situazione economicamente critica, l’uomo disperato cerca in ogni modo di attenzionare l’opinione pubblica.
Del resto chi non ha i soldi per sfamare i figli e sostenere la famiglia patisce il luccichio dell’Ariston e lo percepisce come “eccessivo e dispendioso”, questa è una verità che nessuno può giustificare né con la tradizione del festival né con la sua spensieratezza.
L’Italia è un paese che sta soffrendo.
Dopo alcuni momenti di grande concitazione, quando è tornata la calma , per chiarire al pubblico l’identità e le ragioni dei due uomini, Fabio Fazio ha detto: ”Sono lavoratori di Pompei, Napoli e Caserta che hanno problemi di lavoro e reclamano il diritto alla loro dignità. Non c’è niente di piu’ importante di questo”. Ed invero nulla è per uno Stato più importante del lavoro dei cittadini perché senza lavoro si ferma la circolazione del danaro, si arresta la crescita economica, si interrompe il ciclo produttivo e si imbruttiscono, incattiviscono e avviliscono le coscienze umane.
Fabio Fazio non legge subito la lettera ma lo fa dopo l’esibizione di Ligabue (e in questo ha dimostrato la sua navigata esperienza di conduttore).
Dalla missiva emerge la dura situazione patita dai lavoratori nel napoletano. La lettera denuncia in particolare la condizione dei lavoratori di una specifica azienda: questi non riceverebbero lo stipendio da 16 mesi.
I due lavoratori protagonisti del fuori programma choc dell’Ariston stanno bene e hanno ringraziato per l’attenzione. Ovviamente dopo le scene drammatiche dei due uomini sull’impalcatura, Sanremo è ripartito ed ha seguito la sua ordinaria scaletta.
Francesco Facchinetti sulla sua pagina Facebook ha liberato un commento molto appropriato e condivisibile sulla vicenda, un commento che merita di essere letto.
Ecco il commento di Francesco Facchinetti:
Lo scrivo qua poi non ne parlerò più: la disperazione della gente non va strumentalizzata. Indugiare con le telecamere su due che si stanno buttando NON È GIUSTO. Se crediamo che far vedere quello che abbiamo visto serva a qualcosa SBAGLIAMO TUTTI. Il programma è andato avanti come se niente fosse, NON È CAMBIATO NULLA. Nessuno ha il coraggio di fare cose che possano veramente cambiare qualcosa e quindi assistiamo inermi a tutto: parliamo, giudichiamo e sentenziamo senza avere il coraggio di fare la rivoluzione. Nessuno dei cantanti si è rifiutato di cantare dopo questa cosa per sostenere la causa dei 2 che si volevano buttare giù. Fazio è ancora lì sul palco con tutto il resto. NON È CAMBIATO NIENTE. L’anima della gente si smuove con altro, non con queste cose. Scusate lo sfogo ma sono fuori di me.