Mario Balotelli, 23 anni e un ruolo da campione nei campi di calcio, vive dal maggio 2012 un periodo difficilissimo dal punto di vista degli affetti “familiari”.
Il 3 maggio 2012 (secondo la versione di Raffaella Fico, 26 anni showgirl e mamma della piccola Pia “Balotelli”) Mario avrebbe saputo, telefonicamente e dalla voce diretta della sua ex, che una bella cicogna era in arrivo. L’annuncio della prossima paternità sarebbe “caduto” su Mario quando lui e Raffaella si erano già separati e quando lei era già al 4° mese di gravidanza. Mario quel 3 maggio 2012 si preparava a una partita degli europei di calcio, le semifinale contro la Germania (vinta, poi, proprio con una doppietta di Balotelli).
Balotelli ha inizialmente e lungamente negato la sua paternità.
Solo 14 mesi dopo la nascita di Pia, avvenuta a Napoli il 5 dicembre 2012, il bomber si è volontariamente sottoposto al test del Dna e l’esito è stato “scontato”: Mario Balotelli è il papà di Pia.
Intanto la “paternità negata” da Balotelli era già diventata una questione di gossip e di giustizia: da un lato Pia e Raffaella erano sui giornali e in Tv come un caso da dibattere e come donne da difendere, dall’altro erano anche già un fascicolo legale perché gli avvocati avevano istruito la causa per il riconoscimento della piccola.
Il test del Dna ha anticipato quindi la decisione giudiziale, chiudendo il cerchio e abbreviando i tempi della legge.
Raffaella Fico è pronta adesso all’incontro tra Mario e Pia. La showgirl non ha mai smesso di chiedere a Mario questo fatidico incontro e si è sempre dimostrata disposta ad accoglierlo per il bene della figlia.
La carta stampata che si interessa alla vicenda indaga anche sugli scenari paralleli al test del Dna.
Donna al Top (n°7 20 febbraio 2014, GVE Editore) titola: “ Balo riconosce la bimba Mario e l’incontro con la Fico e la figlia cognome e altre questioni”
Nuovo (n°7 del 20 febbraio 2014, Cairo Editore) mette la Fico in primo piano sulla sua copertine e titola: “Balotelli riconosce la figlia Pia. Adesso la Fico spera: come sarebbe bello diventare una vera famiglia”.
Ma quali sono i nodi della questione Fico – Balotelli ora?
Essenzialmente sono 3: il cognome, il concorso del padre nel mantenimento di Pia e la creazione di un rapporto affettivo vero e duraturo tra padre e figlia (punto questo di fondamentale importanza).
Il cognome
Sarà il Tribunale a decidere in merito all’assunzione del cognome.
Dinnanzi a bambini in tenera età il Tribunale usa comunemente attribuire ai piccolissimi il cognome del padre e di norma lo fa seguendo un criterio di cosiddetta “plausibilità sociale”, posto che i giudici non hanno in merito criteri rigidi o oggettivi da seguire ma debbono tutelare massimamente “l’interesse del minore”.
Il concorso del padre nel mantenimento di Pia
Dopo il riconoscimento di paternità ovvero dopo che il padre riconosce dinnanzi alla legge il rapporto di filiazione, sul papà ricadono tutti i doveri legati alla legittima procreazione e insieme lo stesso padre può godere di tutti i diritti ad essa connessi.
Il mantenimento è uno dei doveri legati alla paternità. E quando un papà è stato economicamente assente perché ha tardivamente riconosciuto il figlio, la legge, dopo l’avvenuto riconoscimento, impone al padre un recupero che si traduce in un rimborso (per la quota di spettanza) delle spese sostenute dall’altro genitore per la cura del figlio.
Ovviamente tali spese andrebbero certificate, tuttavia siccome il computo preciso e matematico delle spese è difficile da redigere, normalmente i giudici decidono la misura del rimborso ragionando “secondo equità”.
I padri che non concorrono al mantenimento dei figli incorrono in un reato penale, più precisamente violano l’art.570 c.p. che sanziona la “violazione degli obblighi di assistenza familiare”.
La creazione di un rapporto affettivo vero e duraturo tra padre e figlia
È questo il nodo più difficile da affrontare quando un amore finisce lasciando la splendida eredità affettiva di un figlio.
Il figlio di una coppia separata (e ciò vale per qualunque coppia, in qualunque modo sia avvenuta la rottura) ha il diritto a creare, conservare e coltivare un rapporto affettivo con entrambe le figure genitoriali.
La tenera età di Pia potrebbe aiutare Balotelli perché la bambina ancora non conosce il significato sociale della parola papà, ed è ancora in tempo per costruire su Mario il suo modello di padre e per vivere con lui una relazione affettiva sana non inficiata da memorie di separazione o di abbandono. Questa bimba infatti non ricorderà mai cosa è avvenuto in questi 14 mesi, potrà scoprirlo solo a causa della notorietà dei genitori che ha fatto “finire sui giornali” la sua storia. Tuttavia se costruirà un buon rapporto col padre nessun trauma potrebbe segnare la sua crescita e il suo sviluppo affettivo e relazionale, in questo sarà determinante il comportamento dei due genitori.