Ci sono storie che ti fanno capire quanto la vita in fondo sia proprio nelle nostre mani, una materia plasmabile di cui noi siamo liberi creatori e artisti, ma, allo stesso tempo, la libertà è spesso un valore difficile da saper gestire…
La vita di Meagan, nata nel 1981 nello stato di Washington, sembrava vissuta proprio all’insegna della libertà più assoluta, libera del proprio corpo, libera di decidere, libera di amare, libera di provare tutto:
“il corpo è mio e lo gestisco io” era la frase che meglio la rappresentava.
La separazione dei suoi genitori, il vagare da una casa all’altra, la disattenzione di chi forse doveva vegliare su questa giovane vita, la porta a pensare che il vero amore non esista e valga la pena solo tuffarsi in un turbinio di emozioni forti.
Meagan inizia a usare le anfetamine e si ritira dalla scuola senza diplomarsi, passa da un ragazzo all’altro senza troppi pensieri.
Nel 2001 scopre di essere incinta e il padre della creatura che portava in grembo le chiede fermamente di abortire.
Da mamma a mamma Meagan ritrova il rapporto con chi, a suo tempo, le aveva dato il dono della vita e ricorda:
“Quando le dissi che avrei abortito, sorprendentemente mi rispose che era totalmente contraria e che sarebbe stata al mio fianco nel crescere il bambino». La ragazza tiene il bambino ma il suo compagno la lascia sola.
Da lì a poco due eventi tragici segnano per sempre la strada della giovane ragazza madre: il compagno di sua madre muore in un incidente e questa si toglie la vita.
Meagan cade nella disperazione e arriva anche lei sull’orlo del suicidio: “Mentre provavo anch’io a togliermi la vita ricordo che urlai a Dio che, se esisteva, doveva portarmi dalla mamma o venire a prendermi per cambiare completamente la mia vita”
Ecco che gli angeli a volte scendono sulla terra e proprio in quel momento, un amico passa a trovarla dopo aver saputo ciò che era accaduto a sua madre:
“Mi trovò chiusa nell’armadio, mi portò via con sé.”
La vita di Meagan inizia a cambiare, capisce di valere qualcosa anche per gli altri, inizia un lavoro di conversione spirituale ma anche squisitamente personale. Per la prima volta non si sente più abbandonata, rifiutata ma parte di una comunità che inizia a frequentare: le sue ferite si sanano, perdona gli altri e soprattutto se stessa.
La strada è in salita e Meagan dovrà ancora capire: la seconda inaspettata gravidanza è per lei una scossa per darle la misura di ciò che vuole davvero fare della sua vita.
Ora Meagan è sposata con quel ragazzo che l’ha salvata dal buio profondo e che è anche il pastore della comunità che ha l’ha accolta. Ha avuto altri due figli e con suo marito è impegnata in opere di volontariato.
Si può imparare dagli errori, soprattutto si può imparare che noi non siamo i nostri errori e possiamo fare meglio. Quando sei sul baratro bisogna guardare su e capire che si può risalire la china, ritrovare la luce e aiutare anche gli altri a ritrovare la strada per dare un senso alla nostra vita.
Meagan è adesso impegnata a sostenere le donne nei centri di aiuto alla vita, le aiuta a non sentirsi disperate come è stata lei, le accompagna nella gravidanza, le sostiene moralmente e con aiuti pratici.
“Non l’avrei mai detto un tempo, invece oggi sono felice, piena di gioia, senza paure. So che Dio è con me e mi ama. Non mi aspetto più la felicità da nessuno se non da Lui”
“Dico loro che i miei figli mi hanno salvato la vita. Che non è vero che non hanno scelta, che l’aborto ti rovina sia mentalmente sia fisicamente. Nessuno dice loro la verità e cioè che il cuore dei bambini comincia a battere già 18 giorni dopo il concepimento, che l’aborto incrementa il rischio di cancro, che aumentano i problemi di infertilità. Le donne sono intelligenti, hanno solo bisogno di qualcuno che le aiuti a guardare ciò che già sanno e sentono.”
Meagan ha compreso che era schiava solo della sua presunta libertà.
Guarda le foto di Meagan:
Fonte: Tempi