Durante il periodo di gestazione, la neomamma, per ridurre il livello di stress accumulato, può servirsi dell’ascolto di brani musicali che potrebbero permettere il rilascio di endorfine, provocando di conseguenza un rilassamento muscolare.
In realtà si è riscontrato che la musica può essere percepita anche dal feto: in particolare i suoni giungono attraverso l’orecchio interno e le vibrazioni sul suo sistema osseo, permettendo uno sviluppo sia degli apparati sensoriali ed acustici, sia del sistema nervoso; quest’attività può stimolare le capacità mnesiche, di concentrazione e logico-matematiche nonchè la creatività nel bambino. A tal proposito, nell’ultimo trimestre di gestazione, il piccolo riesce a percepire sia i suoni materni che quelli provenienti dal mondo esterno; per tal motivo egli sviluppa processi cognitivi di riconoscimento e memorizzazione. In particolare si è dimostrato che in questo periodo il nascituro fornisce delle specifiche risposte motorie e fisiologiche a determinate voci e gradisce alcuni suoni rispetto ad altri.
Per ciò che concerne la tipologia di musica da ascoltare, si predilige quella classica, ma anche la new-age; in particolare molti medici consigliano melodie sobrie e armoniose come quelle di Mozart, Vivaldi e Debussy. Di contro non si suggerisce l’ascolto di generi quali il metal o l’hard rock perché costituiti da strumenti dalle percussioni troppo forti che potrebbero creare agitazione al bambino.
Secondo Leonardo Trevisan, docente e musicologo veneziano, se il piccolo durante la gravidanza e la primissima infanzia “ha ascoltato” brani musicali appartenenti al genere classico, potrà ampliare i suoi orizzonti musicali approdando anche a quello “leggero”.
In realtà il genere musicale che il bambino di gran lunga predilige è quello “materno”: non c’è musica che il bambino non preferisca alla voce della mamma! In effetti si è dimostrato che il timbro acuto del canto materno durante la gravidanza comporta una maggiore solidità alla nuca e agli arti superiori del nascituro. A tal proposito è importante che ella, ma anche il padre facciano delle “coccole a suon di musica” verso il piccolo, difatti il canto può essere un importantissimo mezzo di comunicazione col bambino, in quanto permette a quest’ultimo uno sviluppo psicofisico più funzionale.
Riflettendo bene, altri suoni provenienti dalla madre, che il piccolo avverte, sono il costante e rassicurante ritmo del battito cardiaco, gli atti respiratori, la peristalsi intestinale e così via; questi elementi garantiscono una modifica delle vibrazioni ritmico-sonore con le quali il piccolo entra beneficamente in armonia.
Anche il suono della voce paterna favorisce un ottimo decorso della gravidanza, in particolare il bambino può percepire maggiormente questa voce con facilità perché le frequenze basse giungono più facilmente al feto attraverso il filtro del liquido amniotico. Dunque il bambino proverà benessere e piacere se il padre parla e canta per lui usando modalità dolci e amorevoli, soprattutto se egli appoggia la mano sul ventre della compagna. Questo piacere potrà essere espresso attraverso calcetti o capriole effettuati dal piccolo. La voce paterna assume inoltre notevole importanza in quanto prima esperienza oltre la realtà intrauterina rappresentando quindi un primo contatto con il mondo esterno.
Infine, ritornando alle mamme, che vivono più “fisicamente” la gravidanza, si è riscontrato che esse preferiscono un supporto musicoterapeutico non solo durante i corsi di preparazione al parto ma anche in alcune fasi del travaglio, in quanto metodologia utile per frenare la tensione e mezzo di concentrazione su ciò che stanno vivendo in quel momento, lasciandosi aiutare anche dall’immaginazione di scene rilassanti coadiuvanti il benessere fisico e mentale.